Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match con l’Hellas Verona. Ecco le sue parole.
Alla prossima figuraccia che cosa succede?
“Niente, speriamo che non arrivi. Facciamo di tutto per non farla arrivare. Dovesse arrivare, ci metteremo il nostro bel faccione, prenderemo le responsabilità e lavoreremo ancora di più. Poi nel calcio una figuraccia è sempre dietro l’angolo, pensiamo di stare bene di testa e con una grande mentalità. Ma guardate che qua non è successo nulla, cosa pensate sia successo ultimamente? Fatemi capire. Non capisco questa domanda. Sono l’uomo più umile al mondo e non voglio fare il fenomeno, ma sembra che con questa domanda sotto la mia gestione non si sia fatto nulla. Di Çalhanoglu dicevate che era un bidone, guardate ora, Biglia per voi era sbagliato e guardatelo ora. Tutti avete massacrato, non dimentichiamo come siamo arrivati fino a qua. Quante gare ho perso? 4 o 5? Mi piace valorizzare, come sono cresciuti di settimana in settimana. Possiamo discutere di tutto con voi, anche che ci manca il bomber da 20 gol, ma mettiamoci tutti nelle condizioni di capire che magari abbiamo sbagliato, io stesso. È questione di priorità e sempre mi prenderò le mie responsabilità e i miei esami di coscienza. Non abbiamo sbagliato gli attaccanti: Kalinic i gol li ha sempre fatti, André Silva se lo vendiamo in un’ora trova la squadra e Cutrone è giovane ma ha passione e ha voglia. Non è solo colpa loro, ma anche di chi gli fa arrivare la palla e chi prepara gli schemi e chi li fa lavorare. Facciamo le macumbe per far arrivare in doppia cifra Patrick fino a fine stagione (ride, ndr)”.
La situazione di Kalinic
“Io parla ogni giorno con tutti e ho un rapporto splendido con tutti. Vado d’accordo con tutti ma in alcuni momenti vanno prese responsabilità e dobbiamo ricordarci di che maglia indossiamo, che la vittoria e la sconfitta non sono uguali. Quando si perde deve bruciare. Dopo la mia scelta di metterlo fuori, con Nikola è andato tutto bene. Si allena sempre grande professionalità, si ferma anche dopo allenamento a calciare e sono contento di come si comporta. Ci mancano i gol delle punte, è vero, mettiamoli in condizione di fare gol”.
Le condizioni di Biglia
“Ad avercene gente come Lucas. Nel calcio c’è gente brava e meno brava, poi ci sono gli atleti, i professionisti e i campioni che sanno come vivere questo mondo. Lui è un pazzo scatenato, vuole lavorare sempre e stare sempre con noi. Questo è lo spirito che voglio, per me è fondamentale e così devono essere, un segnale per tutti. Mi strappa un sorriso perché è ancora un po’ storto ma vuole esserci comunque. Parlando seriamente, è ancora lontano dallo stare bene. E ne approfitto per dire una cosa, ne ho sentite troppe su di lui. È forte, ha grande mentalità, e gioca titolare nell’Argentina non a caso”.
Il rapporto con Gomez
“Gustavo doveva andar via ma non ci sono state più le condizioni. Parlo spesso con lui e si allena sempre, davanti ha giocatori che mi danno più affidamento ma tra di noi c’è un grandissimo rapporto. Viene in ufficio, parliamo anche di calcio sudamericano, ma in questo momento è dietro a gente che mi dà più affidamento”.
Su Mastour
“Ultimamente ci ha parlato spesso, l’ho anche minacciato per essere più famoso per i video che per il calcio. Ora non ne fa più, gli ho detto che gli buttavo giù i denti (ride, ndr). Negli ultimi mesi ha migliorato alcune cose in allenamento e avevamo deciso anche di farlo giocare in Primavera. Ha 20 anni e secondo me deve far tesoro dei suoi errori. Ha dei colpi ma deve giocare con continuità, si vede che ha perso le distanze dal campo di gioco. Un po’ di miglioramenti li ho notati però”.
Sull’impegno e il veleno di chi gioca
“Non ho mai detto che mancano. Se paragoniamo Çalhanoglu con Borini è normale che siano diversi. Non ho mai puntato il dito contro nessuno per l’impegno, ma è l’interpretazione che fa la differenza. Noi dobbiamo giocare le sfide come le prepariamo in settimana, non che qualcuno le fa a modo proprio. A Bologna c’è stato qualcosa di diverso perché ci avevano studiato e abbiamo cambiato dei fattori. L’impegno non è mai mancato però. E ci tengo anche a ringraziare i tifosi che dopo il Benevento ci hanno seguito in massa a Bologna. Al Milan basta un attimo, c’è voglia di tornare grande e basta veramente poco per richiamare la gente, di vederli felici per questi colori. Sta a me e ai miei giocatori tenere in vita questo sentimento. Li ringrazio nuovamente per la trasferta di Bologna, erano in più di 5mila dopo aver perso col Benevento”.
Il prossimo mercato
“Ho sempre detto che per migliorare questa squadra servano tre o quattro giocatori. Siamo giovani, per alzare l’asticella serve spirito e mentalità, gente abituata a certe tipo di gare. Può essere vero che stiamo cercando gente di esperienza ma non basta, cerco leader e gente che sappia giocare a calcio”.
Lo stato della squadra
“La vittoria ha aiutato, sono più tranquilli e più freschi a livello mentale e fisico”.
Su Romagnoli
“Ha fatto tutto con i compagni, può essere della gara ma vediamo domani”.
Che parole hai usato per preparare l’Hellas?
“Ho iniziato subito dopo Bologna. Spirito di rivalsa, ricordiamoci le pappine che ci hanno dato ed il bruciore di stomaco che ci hanno fatto vivere dopo quel 3-0. Dobbiamo sentire prima la puzza di bruciato e ricordarci che abbiamo sempre faticato con loro. In questi giorni ha visto una grande intensità in allenamento, magari aver lavorato nel pomeriggio può aver aiutato la brillantezza dei ragazzi”.
La preparazione mentale di Milan-Hellas
“Spero di averli preparati. Molte volte pensavo di aver trasmesso la testa giusta e invece abbiamo perso, e col Benevento non mi è riuscito bene. Poi devo analizzare il perché di certe gare e mi faccio un’esame di coscienza, perché quando si perde la responsabilità è più la mia che loro. In questo momento mi sono interrogato spesso se si possa fare di più, farli lavorare meglio. Col mio staff ce lo chiediamo sempre, se possiamo cambiare qualcosa… In questi mesi abbiamo sempre modificato qualcosa nei momenti di difficoltà”.
Su Bonaventura
“Cosa dovrei dire? Siete voi che scrivete che lo vogliono tizio e caio. Ma lui ha un contratto, quando si giocano 50 partite è normale avere alti e bassi ma lui non ha mai detto di voler andare via. Nemmeno la società mi ha mai detto che lo voglia vendere, anzi penso stiano parlando del rinnovo. Io l’ho sempre fatto giocare perché so cosa può darmi, c’è enorme fiducia in lui”.
Il VAR in Europa
“Io posso parlare da uomo di sport e dire che il VAR cancella gli equivoci e funziona. Non capisco come l’UEFA possa farsi male da solo, c’è in ballo denaro e molto in gioco. È una cosa che funziona, perché non averlo nelle coppe europee? Vorrei dire tante cose ma non sta a me giudicare, faccio l’allenatore del Milan e devo pensare ad altro. Però ripeto, con il VAR le situazioni si giudicano in un secondo, anche perché non capisco cosa fanno gli arbitri di linea. Lì non si vede nulla, è una zona buia, come fa uno da lì a vedere se un giocatore la tocca con la mano girato di schiena? Perché pagare gente in più quando basterebbe uno schermo?”.
Sul calendario
“Noi pensiamo solo all’Hellas. Però è anche vero che se vinciamo la Coppa Italia cambiano molti scenari in classifica… Ma ora testa solo al Verona e poi vedremo”.
Gli errori da fare col Verona
“Contro il Sassuolo abbiamo fatto una grandissima partita segnata da episodi. Non dobbiamo ripetere la gara fatta col Benevento, serve essere uniti e giocare da squadra senza lasciar loro spazio. All’andata ci hanno ucciso con il campo aperto, ricordiamoci come siamo stati mali dopo quella sconfitta per il senso di rivalsa. La storia ci dice che li abbiamo sempre sofferti e non dimentichiamo la figuraccia fatta da loro”.
Come vivi questa settimana?
“La sento molto e la vivo col mio stato d’animo. Ora sono concentrato su come finire la stagione, senza ascoltare le chiacchiere e toccando con mano la situazione della squadra. Sento che si parla del mercato, del bomber, ma da parte di tutti noi c’è solo l’obiettivo di chiudere in bellezza, facendo qualcosa di importante e poi vedremo”.
Su Bologna-Milan
“Non mi è piaciuta e lo ripeto. Potevamo fare molto più gol ma conta che arriviamo lì, che costruiamo per fare male con la squadra compatta, con 4 o 5 passaggi andavamo in porta. Ora la cosa più importante è dare il massimo e giocare da squadra, poi vedremo dove arriveremo. Non dobbiamo pensare di star male fisicamente, nessuno è brillante a tre giornate dalla fine, ma servono voglia e mentalità. Non dimentico da dove siamo partita e in che condizioni eravamo, ora dobbiamo capire la nostra forza e i nostri obiettivi”.
I segnali in vista della finale
“Prima pensiamo all’Hellas, la testa non deve andare alla Juventus. Domani giochiamola bene, dimostriamo di stare bene e questa settimana ho visto la squadra brillante, che dopo la vittoria di Bologna è più libera”.
Le prime dichiarazioni del tecnico rossonero
“Una settimana fa queste mura ancora tremavano, ora non dobbiamo ripetere l’errore fatto contro il Benevento con l’Hellas. Ci giochiamo l’Europa League, non possiamo sbagliare. Priorità a domani e poi avremo 4 giorni per la Juventus. La storia ci dice che con le piccole fatichiamo, ecco perché ci vuole testa e massimo sforzo”.
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