Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match con l’Atalanta. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni.

Come ti spieghi il calo delle ultime settimane?

“Ma pensate che io non me lo sia mai chiesto? L’esperienza non si compra al supermercato ed è normale che non potessimo andare sempre a quella velocità di qualche mese fa, ma quando ho preso la squadra i ragazzi non stavano in piedi. Ci sta un calo, abbiamo fatto un tipo di lavoro che ha portato beneficio e che dopo 50 partite è normale avvertire un po’ di stanchezza. Io ho questo modo di fare e non dirò mai che è colpa di tizio o caio, il primo responsabile sono io anche quando sento che dicono che sono inadeguato. Ho commesso errori, sono cosa ho fatto e cosa fa la mia squadra, so i motivi e so tutti i perché. La base è molto giovane e ci può stare, non scordiamoci che fino a 8 o 9 mesi fa certi ragazzi stavano al Vismara. Vedremo fra un anno se ancora sono a questo livello o se hanno fatto il miglioramento in avanti. Anche contro le big abbiamo fatto vedere qualcosa di grande. Alcuni di voi hanno vissuto un’epoca pazzesca con i Van Basten, i Gullit e così, ora non lo siamo. Dobbiamo tornare a quei livelli con la pazienza e con il lavoro. Ci rimetterò io? Pazienza, sono un capoccione e continuerò a fare questo lavoro. Ma la cosa che conta di più ora è tenere in considerazione tutto, anche le cose positive. Perché anche contro la Juventus c’è stato qualcosa di buono, il 4 a 0 è bugiardo per come abbiamo giocato. Abbiamo certamente commesso errori e preso le pappine, ma non meritavamo questo scarto. Le cose buone ci sono, non tutto è da buttare via ma il paragone col Milan di 15 anni fa non può esistere. Prima pensavamo a vincere la Champions, ora non è così. Ma la stessa Juventus ha vissuto un periodo in cui non andava in Europa. Cosa dobbiamo fare? Star qui a piangerci addosso? No, continuiamo a lavorare”.

La squadra non è sembrata carica in finale

“L’hai vista la partita? Ti è sembrato fosse così? Per 55 minuti ce la siamo giocati, poi abbiamo beccato una Juventus che da due mesi non giocava così bene. Davano la sensazione di solidità e grandissima voglia. E voglio essere onesto con voi, avevo la sensazione di poter far loro male ma anche di subirli quando avanzavano. Non è un caso che vincano da 7 anni, sono avanti a livello mentale, fisico e tecnico. Soltanto con la partita perfetta ce la saremmo giocata. Dobbiamo fare di tutto per tornare al loro livello, nel corso della mia gestione nei due confronti ce la siamo giocata ma loro hanno vinto con qualcosa in più. Avevo paura finisse 7 o 8 a zero dopo il 4 a zero con errori e difficoltà di quei momenti. Loro non si sono mai fermati, Dybala ci ha anche provato da meta campo ed era giusto che non si fermassero. Avremmo potuto fare uno o due gol”.

Meglio settimo posto o stare fuori direttamente?

“Sto dibattito non me lo sono mai posto. Siamo la squadra che ha giocato di più in Italia, 57 partite in 52 settimane. In caso di settimo posto dovremmo trovarci qua intorno all’11 giugno, con sei partite di preliminari ed inizia il campionato che sei stanco. Ma non è quello il problema, non fasciamoci la testa e pensiamo all’Atalanta. Però sicuramente preferisco fare l’Europa che rimanere solo in Serie A con una a settimana”.

Quanto è complicato affrontare Atalanta e Fiorentina?

“Una via di mezzo, ne impresa ne facile. Avrei fatto di tutto per vincere sta Coppa Italia, ma so come va il calcio e già pensavo al “e se non dovessimo vincerla?”. La mia paura più grande era questa. Era arrivano questi 180 minuti e dobbiamo arrivarci mentalmente e fisicamente al meglio. Ora la cosa che conta di più è non creare tensioni, fare arrivare questi ragazzi ad aver voglia di Atalanta e Fiorentina. Ieri abbiamo toccato con mano quello che di buono abbiamo fatto per 55 minuti in finale e da lì dovremo ripartire. Ma le nostre gare si assomigliano tantissimo, pur giocando un buon calcio abbiamo sempre commesso qualcosina e siamo sempre tornati a casa con scoppole importanti. Torniamo a casa con questo e chiediamoci il perché, ma non tutto è da buttare via. Lavoriamo di più sulla concentrazione e sugli errori che tutti facciamo, io incluso. Facciamo meno errori tutti quanti, cerchiamo di limare questo dettaglio”.

Donnarumma alla fine col Milan?

“Parlatene con Mirabelli e Fassone, io faccio il mercato e non l’allenatore. A quello ci pensa la società che è solida e fa il suo lavoro. Voi però sottovalutate l’aspetto dell’età, invece teneto conto solo di quello che guadagna. Con tutte queste voci non è facile, nel calcio non basta solo essere fenomeni ma devi anche avere la menta lucida. Se non sei tranquillo, diventa difficilissimo. Tre giorni prima della finale si parlava del PSG e dei vari incontri, è una cosa incredibile. Lui sta pagando tutto questo. Io ho giocato per 20 anni e quando avevo qualcosa che mi turbava, io non rendevo. E penso che succeda anche a voi quando litigate con le varie mogli e mariti, il lavoro non viene alla perfezione”.

Poche alternative ai titolari?

“Se giochiamo 4-3-3, per far un certo di calcio abbiamo bisogno di certe caratteristiche e se oggi vogliamo i due esterni di fantasia, oltre a Suso e Çalhanoglu non c’è altro. Le scelte vanno fatte a secondo degli uomini che ho a disposizione, non per la fiducia”.

Sulla squadra B

“Sono d’accordissimo. Sembra l’abbia inventato uno scienziato ma parliamo di roba che esiste già da una viva, io ad esempio ero nella B dei Rangers. Ora serve studiarla bene e in modo corretto ma è un vantaggio. È la cosa migliore per i giovani che non sono più costretti ad andare via ma restono qua, vivono l’atmosfera e giocano in una lega importante”.

Gli allenamenti extra a Milanello servono?

“Ma già lo fanno, è cambiato e mi piace che si fermino qua a fine allenamento. Analizziamo le partite: nel primo quarto d’ora l’altra sera ci tremevano le gambe, ed è per questo che dico che questa squadra ha enormi margini di miglioramento. Negli ultimi mesi molti ragazzi sono cambiati di testa: lavorano di più, si fermano di più. cercano il lavoro extra. Abbiamo giovani del 96, 96, 97, 98, 99 e a questi ragazzi vanno affiancati degli uomini di esperienza che siano leader in allenamento”.

I pochi minuti di André Silva

“Sapete tutti cosa penso di lui. Ha talento e tecnica, ma in questo momento deve migliorare tanto perché quando gli fornisco le opportunità deve sfruttarle. Deve fare molto di più, il talento è innegabile ma deve fare di più. I calciatori devono farsi aiutare, quando c’è voglia deve dimostrarlo anche durante la settimana”.

Su Donnarumma

“Ieri a Milan TV subito si è preso le sue responsabilità. Ha fatto due errori ma ci sta nello sport ad alto livello. Ma il bello del calcio è avere subito un’altra possibilità e potersi rifare subito, cercare di farsi perdonare”.

Lo stato mentale della squadra

“Ai ragazzi ho fatto i complimenti per come hanno lavorato negli ultimi giorni, poi sono stato molto sulla loro testa anche se so che questa sconfitta brucierà. Non dobbiamo dare colpe a nessuno, gli errori fanno parte del gioco ed il responsabile sono io. Mettiamoci a disposizione di quei ragazzi che hanno pagato di più la notte di mercoledì per alzar loro il morale”.

Il momento di forma dell’Atalanta

“Non è questo momento solo, è due anni che vanno al massimo. Hanno forza fisica, mentalità e giocano a tutto campo. Domani serve ripartire dai 55 minuti fatti con la Juventus, prima dei 4 gol avevamo fatto la partita che chiedevo. La tipologia di gioco è diversa però e servirà essere attenti alla loro aggressione, poi vengono sempre in avanti ed è necessario non sbagliare nulla. Se perdi palla in uscita ti fanno male”:

L’incontro con Boban

“Zvone ieri è venuto per presentare il progetto nuovo del mondiale per club, lo reputo straordinario. Sono rimasto molto colpito dalla sua idea, con squadre incredibili coinvolte”.

Le prime dichiarazioni di mister Gattuso

“Enorme delusione, anche per i tanti tifosi al seguito. Da parte mia ho cercato di restare lucido, sapevo anche prima della gara che dopo la Juventus ci fossero due sconti fondamentali per l’Europa. Alla squadra ho detto subito di mettere via la delusione e pensare al campionato. Una sensazione che ho vissuto sulla pelle da giocatore, non è facile ma noi del Milan abbiamo il dovere di rialzarci ed andare in Europa League direttamente”.