Fonte: sport.sky.it
L’appuntamento è per domani, ore 11 in Lega a Milano, quando il designatore degli arbitri Rizzoli e il presidente dell’Aia Nicchi incontreranno i rappresentanti dei club. È atteso Gattuso (e forse ci sarà anche Leonardo): inevitabile che si torni sulla direzione di Fabbri in Juve-Milan e sul rigore non concesso dall’arbitro ai rossoneri per il mani di Alex Sandro, nemmeno dopo aver rivisto l’episodio a bordo campo. Rizzoli a quanto risulta ammetterà l’errore, e proverà ovviamente a spiegarlo. Si parte sempre dalla regola più complicata e infida: il fallo di mano, lo stesso che tradì Abisso in Fiorentina-Inter.
Le possibili “scuse”
Anche davanti al monitor, quelle che da casa sembrano certezze per un arbitro possono annebbiarsi, nei meandri del “mano verso pallone”, del “movimento naturale”, del “pallone inaspettato”, del “maggiore ostacolo”. Ecco allora che così come ad Abisso sembrò che il pallone potesse aver colpito il braccio e non il petto di D’Ambrosio qui invece Fabbri non si convince del tutto che il braccio di Alex Sandro sia abbastanza “largo”: controlla e ricontrolla e si sofferma sul momento dell’impatto quando il braccio è sì chiuso sotto l’ascella, ma è comunque spostato in avanti al termine di un movimento forse poco evitabile, ma sicuramente vistoso e fatto con la chiara intenzione di opporsi a un cross (parametro su cui Rizzoli ha spesso battuto come indizio di colpevolezza). Insomma di fronte a una netta sensazione di rigore Fabbri commette un eccesso di zelo andando a cercare qualcosa che finisce per allontanarlo dalla realtà dell’episodio. Un errore, forse non grave come quello di Abisso ma con un comune denominatore: per entrambi si trattava del primo vero banco di prova in una gara di alto livello. Ansia da prestazione? Forse. Ma rimane per Rizzoli, in vista degli addii di arbitri importanti alla fine di questa e delle prossime stagioni, la necessità di testare giovani emergenti in gare davvero probanti.
PS al di là della valutazione generale sulla prestazione (quella che ha fatto parlare Leonardo di arbitro “inadeguato”) i vertici arbitrali hanno invece approvato la scelta del Var Calvarese di non richiamare l’attenzione di Fabbri sul “calcetto” nel finale di gara di Mandzukic a Romagnoli, che tecnicamente avrebbe potuto comportare – oltre a un cartellino per il croato – anche un calcio di rigore per il Milan (si era in area della Juve con pallone in gioco). È vero che va sanzionato anche il “tentare di colpire” e che l’episodio era del tutto sfuggito a Fabbri, ma la portata dell’accaduto non è abbastanza grave (“serious”) da giustificare una revisione Var.