Lunga intervista a Sportweek, rilasciata da Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante svedese ha risposte alle domande su varie tematiche.
Confronto con Gazidis: “Quello che è uscito della riunione famosa – ha dichiarato lo svedese – è solo il 10 percento di quello che è successo (ride). Ma non era cattiveria, quella. Era parlare per me e per la squadra. Parlarsi in faccia, chiaramente, per avere risposte sulla situazione, sul nostro futuro”.
Assenza tifosi: “È strano? E lo dici a Ibra che non gioca in uno stadio con meno di 70 mila persone (ride)? Sì, il pubblico fa il 50 percento della partita: ti carica, ti fischia (che mi piace), ti emoziona. Quando vado sotto la Curva mi sento vivo. E loro sono felici, pregano il loro Dio”.
Voglia di allenarsi: “Se mi sveglio ancora con la voglia di allenarmi? No, al mattino no. Mi sveglio difficile. Però quando mi alleno, mi alleno. Non lo so, mi piace soffrire in allenamento. Quando soffro sto meglio. Adesso ho 38 anni, ma quando iniziamo a correre a Milanello non devo fare meno degli altri. Devo fare uguale e di più. Perché ho questa cosa in testa, devo essere meglio degli altri in tutto quello che faccio. Sono cresciuto così”.
Galliani in pressing: “Mi ha chiamato Galliani: “Hai detto che questo non è il tuo Milan, a 11 km da Milano c’è il tuo vecchio Milan” (ahahahah). Mi piace, così deve lavorare un direttore sportivo. Quando mi ha portato per la prima volta al Milan, è venuto a casa mia in Svezia: “Non me ne vado finché non vieni con me”. Helena, mia moglie, mi ha guardato sconvolta: questo è matto, cosa vuole? Dobbiamo andare – le ho detto – o non va via. Quando vuoi qualcosa devi prendertela. Con i fatti, non solo a parole”
Ipotesi ritiro: “E’ difficile parlare adesso. Vediamo come sto tra due mesi e cosa succede con il club”.
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