Paolo Maldini, bandiera storica del Milan, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Tuttosport. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni.
Sulla stagione dei rossoneri
“E’ stata un’annata complicata, un po’ per il passaggio di proprietà dopo tanti anni, un po’ perché è stata fatta una campagna acquisti dispendiosa che ha portato tanti giocatori nuovi e questo ha reso difficile creare una squadra. I risultati non sono sicuramente quelli che tutti speravano ad inizio anno. Analogie tra questo Milan e il primo di Silvio Berlusconi? Non ci sono, perché la base della squadra che ha poi fatto la storia era già presente, non c’era stata la necessità di rivoluzionare l’organico. La rivoluzione vera era stata a livello di mentalità e strutture”.
Sul caso Donnarumma
“Nella vita ho imparato che se non vivi l’ambiente dove accadono le cose difficilmente capisci la realtà. Però la comunicazione è importantissima e sicuramente ci sono state delle pecche da una parte e dall’altra. Non so dove potrà portare questa situazione. Quello che dispiace è che un ragazzo così forte, così giovane e così promettente si sia già bruciato con parte della tifoseria. Una cosa che non fa bene a nessuno, né al ragazzo né alla società. Se il percorso di crescita di Donnarumma si è fermato? Beh, secondo me è durato fin troppo. La sua calma e tranquillità nei momenti di contestazione mi sembrava qualcosa di molto strano avendo vissuto la pressione di San Siro. Credo che ora Donnarumma stia pagando un anno di polemiche veramente fuori luogo, così come lo sono state, per esempio, le dichiarazioni dell’ex Premier Enrico Letta, che, pur non conoscendo la situazione, si è permesso di dire cose che non andrebbero dette”.
Su Gattuso
“Lui è stato una delle poche sorprese positive della stagione. Certe sue qualità a livello di grinta e volontà erano note a tutti e poi credo che le esperienze non di primo livello in B, in C, in Grecia ed in Svizzera abbiano sviluppato in lui tante altre qualità che erano sconosciute. Rino, a livello di personalità e di comunicazione, è stato molto bravo ma credo che l’abbia aiutato anche l’esperienza di quanto aveva vissuto a Pisa ed in Grecia”.