La conferenza stampa per la presentazione di Giampaolo termina qui. Grazie per averci letto.

Giampaolo sul nuovo Milan:Bisogna migliorare la sintesi tra gol segnati e subiti, lo si fa attraverso i calciatori. Serve fare più gol e subirne di meno: anche questo è uno dei miei obiettivi“.

Giampaolo sul lavoro: “C’è un percorso da seguire e in questo devono starci dentro tanti calciatori. Il primo messaggio deve essere collettivo. Ci sono step da seguire: inizialmente dobbiamo conoscerci. Fanno prima i calciatori a conoscere me che viceversa. Tra le cose che devo fare è parlare con loro, capirne i profili, pensare ad un modello di gioco. Dirò ai calciatori cosa penso, cosa mi aspetto da loro. È un lavoro strutturato e lungo. Non conosco scorciatoie, non le perseguo. Devo seguire step di lavoro, creare coinvolgimento da parte dei calciatori che poi completeranno il lavoro tramite le loro qualità. Io rappresento l’idea che soltanto loro possono realizzare. So dove bisogna andare, questo comporta tempo e lavoro, fare e disfare, ma non mi spaventa“.

Giampaolo sul top player: “Solo top player stiamo cercando (ride ndr)“.

Giampaolo sull’incontro con Allegri:È un appuntamento ricorrente quello con Galeone e Allegri. Galeone mi ha insegnato tantissime cose, Max era nostro calciatore e mi ha raccontato tante cose del Milan, l’ho sentito anche qualche ora fa. Ha fatto una carriera straordinaria, ha una grandissima capacità di gestire le cose. Il confronto ci arricchisce: gli chiederò altre cose. Per me è importante capire bene dove sono, l’ho già capito ma devo approfondire“.

Giampaolo sulle differenze con Gattuso: “Posso soltanto dire che quando abbiamo giocato contro gli ho fatto i miei complimenti per la gestione dialettica della situazione. Si è sempre assunto le responsabilità in prima persona, tanti colleghi gliel’hanno rinfacciato in maniera negativa ma per me in quanto tecnico va fatto. Per questo l’ho elogiato. La squadra, per quanto ho visto, disponeva di qualità, gestiva molto bene nella sua metà campo, con una buona organizzazione nella densità, con qualità in aggiunta a questo. Vedremo cosa cambiare, vedremo. Ho alcune idee ma devo capire con chi ho a che fare, devo conoscere bene le qualità dei calciatori. Lavorerò per giocare un calcio in cui il calciatore si senta protagonista, che giochi la partita, che non sia attendista. Per fare questo c’è bisogno di lavoro, lavoro e lavoro. Poi di grande disponibilità, di giocatori che credano nel progetto. È un lavoro complesso“.

Giampaolo su Donnarumma: “È un giocatore fortissimo. Di solito chiedo pochissime maglie agli avversari, ma nel primo anno di Sampdoria la chiesi proprio a lui“.

Giampaolo sulla rivoluzione: “Partiamo con una rosa di calciatori ristretta e con tanti ragazzi della Primavera. Per me sarà un motivo per portare avanti un discorso con calciatori che hanno fatto parte del Milan l’anno scorso, educare i giocatori della Primavera ma non devo fare esperimenti. Devo parlare con i calciatori e tagliare l’abito più adatto alle loro misure. Devono conoscere le loro caratteristiche tanto tecniche quanto caratteriali e comportamentali. Il calciatore raccoglie tanti significati e mi interessano anche quelli“.

Giampaolo tra mercato e dirigenti: “Sono stati calciatori di altissimo livello, hanno sensibilità per capire. Non sono stato pressante, ho espresso le mie idee, ho chiesto un calciatore nel breve periodo per portare avanti il lavoro in maniera seria ma ne abbiamo già discusso. Ho fiducia per la loro conoscenza. I giocatori che mi propongono non sono mai sbagliati. In passato mi è capitato che ci andassero molto lontano. Quando dico che mi serve un giocatore e mi presenti l’opposto vuol dire che siamo lontani. I loro suggerimenti sono sempre pertinenti, non mi pare di essere mai stato pressante“.

Boban sull’esclusione dall’Europa League: “Dispiace tanto non poter partecipare all’Europa. Il Milan deve partecipare alle massime espressioni continentali e mondiali, andiamo avanti per la nostra strada. Marco avrà qualche giorno in più per lavorare con la squadra durante la settimana“.

Giampaolo sulla mancata partecipazione all’Europa League: “Ci dispiace non disputare la competizione europea. Da questo bisogna cogliere l’altro lato: la possibilità di lavorare sette giorni e avere un ciclo settimanale per poter creare le condizioni di farla nel migliore dei modi l’anno successivo“.

Giampaolo sugli obiettivi della società: “Dico sempre promettere meno per mantenere di più perché vuol dire lavorare tanto, programmare anche le cose invisibili, nella gestione di una squadra di calcio ci sono tante cose: i carichi di lavoro, i tratti psicologici dei giocatori, le loro ambizioni. Prometto lavoro, serietà, impegno, dedizione. Loro lavorano tanto ma anche io conto di lavorare tanto come ho sempre fatto. Questo sì che posso prometterlo. Mi piacciono i giocatori responsabili che sentano il senso di appartenenza, affidabili, non mi piace chi non è affidabile, chi non ha voglia di lavorare, chi gestisce il proprio mestiere in maniera sbagliata. Questo club ha l’obbligo di portare a casa risultati importanti. Io devo mettere il primo piede a Milanello ma respiro questa responsabilità, lo stesso devono fare i giocatori. I tifosi devono raccogliere il frutto di questo lavoro ma noi dobbiamo trascinare quel feeling, lo stato di unione che ti porta ad andare oltre, ma siamo noi che dobbiamo creare tutto questo“.

Giampaolo sul giocatore ideale? La sintesi tra Maldini e Boban (ride, ndr)“.

Giampaolo su Praet, Veretout, Andrè Silva e Cutrone: “Approfitto per ringraziare Ferrero, mi ha fatto vivere tre anni di calcio appassionato, mi ha fatto esprimere e mi ha dato la possibilità di venire al Milan, liberandomi dal contratto. Praet lo stimo ma non so se diventerà un giocatore in più per il Milan perché abbiamo già quattro mezze ali. L’ho allenato e non è un giocatore del Milan. Siamo coperti in quel ruolo. Parlo dei miei giocatori, Andrè Silvae Cutrone a pelle sono calciatori diversi per caratteristiche. Devo capire come metterli insieme e chi è funzionale e chi meno. Ad oggi sono calciatori forti del Milan, poter scegliere è già una bella cosa“.

Giampaolo su Theo Hernandez: “È un calciatore per cui il club ha fatto una ricerca importante. È giovane, è un calciatore di potenzialità, mi hanno chiamato anche per far crescere i giovani di grande qualità. Sono curioso di capire che tipo di giocatore sia. Si porta dietro l’ambizione di poter diventare tra qualche anno uno dei calciatori migliori in quel ruolo. Ha caratteristiche più vicine a Laxalt, diverse da Rodriguez e anche lì dovremo capire in che direzione muoverci“.

Boban sul rapporto con l’allenatore: “Abbiamo una grande sintonia, sappiamo quale gioco gli piace. Paolo lavora 27 ore su 24, io 24 ore su 24 e Ricky lavora almeno 26,5 ore. Da una parte è un lavoro nuovo per me, ma dall’altra sono dentro nel calcio da tutta la vita. Ho fatto qualche trattativa. Ricky conosce tutto e tutti a livello nazionale e internazionale. All’inizio annaspavo, ma ora ci sono. Una volta che li vedo non faccio fatica a capire i giocatori, senza falsa modestia. Mister Giampaolo non ha fatto troppe richieste, ha solo tracciato profili. Maggiore qualità c’è e meglio è per tutti“.

Giampaolo ancora sulla fiducia: “Quando si è stimato dalle persone aumentano le responsabilità, c’è poi la condizione di tradire la fiducia. Non ho paura di niente, ho soltanto paura di arrivare in ritardo domani all’allenamento (ride n.d.r.)

Giampaolo su Sarri: “Tra di noi c’è un’antica amicizia, ci sentiamo spesso, abbiamo frequentato il corso insieme. Viene in vacanza vicino a casa mia, ci vediamo, parliamo di esperienze. Lui è l’esempio di chi si è sbattutto nelle categorie inferiori ma ha vinto e ha raccolto grandi soddisfazioni attraverso il sacrificio. A lui devo molto, mi ha suggerito alla dirigenza dell’Empoli quando allenavo a Cremona. Questo è frutto della stima reciproca. Negli anni ci siamo sempre rubati delle idee, siamo cresciuti in questo modo“.

Giampaolo sul mercato: “Io traccio profili, il club fa la ricerca. Io mi esprimo sui calciatori che ho allenato perché ne conosco vita, morte e miracoli. I leader di gioco sempre, poi ci sono i calciatori che con la qualità arricchiscono la squadra. I calciatori forti rendono le idee dell’allenatore migliori rispetto alle proposte“.

Giampaolo su Suso: “È un giocatore di qualità e a me piacciono i giocatori di qualità. Ha dribbling e personalità. Senza calciatori di qualità non vinci le partite. Non mi focalizzo sul modulo. Suso sarà elemento di valutazione non in quanto valore del calciatore ma per la posizione, per farlo rendere per lui e per la squadra“.

Giampaolo sulla rivincita personale: “Non è rivincita ma un percorso lungo e complicato. Sono rimasto deluso dalle esperienze negative ma non mi sono mai arreso. Ho sempre studiato, mi piace aggiornarmi perchè penso non si finisca mai di imparare. Non è una rivincita ma la passione che ho nel mio lavoro che mi ha portato qua e spero mi possa far restare qua il più possibile”

Giampaolo sui punti di riferimento: “Parlo di 24/25 giocatori, portiere compreso. Il Milan è al di sopra degli interessi particolari. La differenza la fa un gruppo di calciatori al servizio della squadra. Non ci saranno prime donne o privilegiati, ma giocatori del Milan“.

Giampaolo sul terzo posto: “L’obiettivo finale devo costruirlo, non posso partire da questo perché parlare di un obiettivo finale senza costruirsi step non ha senso. È chiaro che si guarda verso l’obiettivo finale, ma lo devo costruire su step“.

Giampaolo sulla mancanza di giocatori di qualità: “Voglio conoscere bene in fondo i calciatori della rosa del Milan. Mi dispiace non poter disporre subito di Kessie, Laxalt, Caldara, Cutrone, Paquetà e Bonaventura. Voglio essere sicuro e capire chi soddisferà meglio e chi pur essendo giocatore forte non potrà far meno bene. Mi prenderò un periodo di riflessione. Cominciamo con un numero di calciatori abbastanza ridotto. Devo capire entrando dentro la pancia, devo conoscere tutte quelle dinamiche che possono fare le differenze. Non partirò dal modulo ma dalle caratteristiche dei calciatori. Sicuramente giocheremo con quattro dietro, poi in mezzo e lì davanti vedremo. Ecco perché aspetto di fare valutazione e di sbagliare il meno possibile“.

Giampaolo sullo slogan del suo Milan: “Testa alta e giocare a calcio. Non distinguo tra calciatori titolari e riserve, tra forti e deboli, mi piacciono i giocatori motivati e che vogliano essere ricordati per aver fatto qualcosa di importante. Il progetto è quello di offrire un calcio apprezzabile, chiaramente bisogna sostenerlo con risultati. Non parto dall’obiettivo finale: il Milan deve giocare per l’obiettivo massimo, programmo per step. Il mio primo pensiero è domani, da domani penserò a parlare con i calciatori, a capire cosa pensano, le loro ambizioni. Poi metterò in atto un progetto di gioco, poi una mentalità. Il percorso è lungo ma io devo procedere un passo alla volta. L’insieme di questi step creeranno una visione“.

Giampaolo sulla fiducia: “Ringrazio per la fiducia. Per me il Milan rappresenta un senso di appartenenza, un modello di gioco, una riconoscibilità calcistica e che ha sempre cercato di giocare al calcio raggiungendo i più grandi risultati attraverso un’identità. Noi siamo riconoscibili perché abbiamo la maglia rossonera a strisce verticali“.

Giampaolo sulla chiamata: “Ero con i miei amici ed è squillato il telefono. Maldini mi ha detto che dovevamo parlare- I miei amici sono partiti per la Croazia, io sono tornato a casa, ho preso il primo aereo e sono arrivato a Milano. Io 5 anni fa per ripartire sono andato ad allenare in Serie C accettando una sfida che poteva chiudere definitivamente la mia carriera professionistica. Ho avuto il coraggio, la pazzia. Volevo tornare ripartendo dalla categoria più bassa dei professionisti. È chiaro che sono felice, è un grande onore e sono pronto a raccogliere questa sfida“.

Giampaolo sul Milan: “Per me sicuramente è una grande opportunità. Penso penso che attraverso un lavoro di ricerca e sacrificio io abbia meritato questa chance. Adesso devo meritarla fattivamente sul campo perché non c’è mai una fine”.

Massara su Giampaolo: “È molto bello ritrovarlo, soprattutto qui al Milan. Già in campo disegnava le geometrie di squadra, era già allenatore in campo. Sarà molto bello lavorare insieme per riportare il Milan dove deve stare e riportarlo in una dimensione europea dalla porta principale. Lo faremo con ambizione“.

Boban sulla scelta di Giampaolo: “Vi ringrazio tutti per accompagnare quest’entrata tecnica, che noi pensiamo essere grande. E’ stata una scelta facile, rapida e calcisticamente logica. Da anni Marco offre qualcosa di diverso, un concetto di bel gioco che rispecchia la storia del Milan e che San Siro vuole, così come noi tutti. Ovviamente, attraverso il gioco bisogna ottenere dei risultati. Con lui, siamo convinti, che siamo sulla strada giusta. Sono felicissimo di stare di nuovo nel mio club e vivere i miei colori. Quando Paolo mi ha chiamato, conoscendo anche Ivan Gazidis, ci ho pensato molto poco. Maldini mi ha chiesto quale allenatore fosse da Milan. Io ho detto Giampaolo e lui mi ha detto che nella sua testa c’era solo Giampaolo. Poi ci siamo confrontati anche con Ivan e c’è stata unanimità. Ha un carattere schivo, ma ha un grande sapere calcistico. Ed è subito senza cravatta, per differenziarsi da noi“.

Buon pomeriggio lettrici e lettori di ATuttoMilan.it. Segui con noi in diretta le dichiarazioni di mister Giampaolo in conferenza stampa.