L’avvocato Giuseppe La Scala, al termine dell’assemblea dei piccoli azionisti tenutasi stamani a Casa Milan, ha parlato dei diversi temi discussi. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni lasciate ai microfoni di Milannews.it.
SUL CONCETTO DI CESSIONE TOP PLAYER
“Fassone dice che si favoleggia sui 50 milioni in più della Champions League, che sono lordi e sarebbero anche meno. Se mancano i ricavi che possano venire dalla mancata qualificazione in Champions, a quel punto devi fare la stessa cosa che ti è capitato di fare nella scorsa campagna acquisti. Abbiamo chiuso i primi mesi di questo esercizio facendo, invece che 8 milioni in meno, 17 +, perchè le pulsvalenze della seconda parte della campagna acquisti che sta nel conto economico 17-18 sono state superiori alle aspettative. Non ce ne siamo praticamente accorti ma abbiamo fatti ricavi e utili di trimestre che peseranno in questo conto economico: quello che dovrebbe accadere, se il Milan manca di ricavi per bilanciare le perdite, è quello di dover vendere giocatori che fanno plusvalenza. E non sono solo i top player: uno come Bonucci non fa plusvalenza, ad esempio, come i Biglia e i Kalinic. Rendono i giocatori a carichi più bassi, cosa che ti permette di operare sul mercato ammortizzando pluriennalmente: non è che il mercato si ferma, deve essere condizionato dalle esigenze di bilancio del conto economico. In un’ottica di buona amministrazione è corretto fare così”.
SUL RIFINANZIAMENTO
“Tra i tanti rifinanziatori che in questi mesi sono stati consultati, attraverso tanti advisor, il rifinanziatore presentato da Bgb è quello che in questo momento ha l’offerta più interessante in questo momento, in tema di lunghezza, dell’operazione di tasso e delle garanzie. Questi signori hanno ottenuto 8 settimane, a partire da lunedì scorso, di trattativa esclusiva: in questo momento il Milan sta trattando il rifinanziamento, lo farà per il prossimo mese e mezzo soltanto con questo soggetto. La situazione è che Bgb è l’advisor che ha portato a questo. Giraudo, secondo Fassone, non ha alcun ruolo in questa vicenda. Lo schema del debito milanista presuppone la garanzia della holding a favore del Milan, questo comporta che i finanziamenti siano collegati: questo nell’interesse del Milan, che ha più facilità di accedere all’accredito se ha una garanzia aggiuntiva. Possibilità di rifinanziare il debito più pesante? Mi è stato risposto che in questo momento le operazioni sono trattate unitariamente, proprio perchè c’è un legame di garanzia da mamma a figlia. Poi che questo conduca ad una definizione unitaria credo Fassone lo speri, ma dal punto di vista giuridico non è indispensabile. La verità è che la mamma garantisce con il pacchetto azionario del Milan: il Milan, se ha degli asset che sono a loro volta garanzia di soggetti terzi, diventa una società che vale meno in caso abbia tutti i beni liberi, quindi diventa difficile finanziare Yonghong Li che porta in garanzia le azioni di un Milan che ha tutti i beni in garanzia di un terzo piuttosto che gestire tutto unitariamente”.
SUI NUOVI SOCI
“Non sono assolutamente emerse ipotesi. Ma io francamente non credo ci sia un dossier su tavoli di mercato tesi a ricercare nuovi soci per l’attuale cordata: sono ancora convinto che questa operazione sia complessa, che in Cina nasce e resta. Se Yonghong Li spunta con nuovi soci, spunta con nuovi soci probabilmente cinesi. Non immagino un fondo americano che si compra domani il 30% del Milan affiancandosi a Yonghong Li, semmai lo sostituisce e diventa un’altra cosa: non fa il socio di maggioranza. In questo momento c’è anche un po’ di riservatezza sulle questioni”.
SUL BREAK EVEN
“Con perdite modeste, parlando del break even, si arriverebbe al 2020 con un modesto utile: se non avessimo i ricavi che speriamo qualche giocatore dovremmo venderlo, ma chiaramente il riflesso è questo. Io posso anche vendere oggi, ad esempio Donnarumma, a 60 milioni: questo mi porta ad una plusvalenza di 58 tra i ricavi straordinari. Compro un giocatore da 100 milioni e questo mi pesa sul bilancio di esercizio, facendogli un contratto di 5 anni, di 20 milioni. A bilancio così mi resterebbe un bilancio in attivo di 35 milioni, si fanno anche queste operazioni, naturalmente devo prevedere negli anni successivi che ci sarà un giocatore che vale 100 che mi pesa sugli ammortamenti 20 milioni all’anno, ma non è che non si possa fare campagna acquisti. Si deve vendere chi porta plusvalenze anche per comprare chi mi pesa meno di quanto non mi diano le plusvalenze di valore netto, quindi è una campagna acquisti più volte condizionata dal fattore finanziario che dal ds in alcuni casi. Ma non ci sono soltanto i Donnarumma e i Suso, ci sono anche quelli che sono costati zero e valgono 20 milioni, come i Locatelli e i Cutrone”.