Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match con il Cagliari. Ecco le sue parole.

Su Caldara: “Sta lavorando, in questo momento dobbiamo finire il suo percorso e ascoltare le sensazioni del ragazzo. Viene da un infortunio grave, lavora con grandissima voglia e deve sentirsela il ragazzo per lavorare con il gruppo. Ancora non è ai livelli di Biglia ma sta meglio, deve finire il lavoro atletico“.

Paquetá dopo il lutto in casa Flamengo: “Ci ho parlato poco ieri perchè l’ho saputo tardi ed ero già in ufficio. Ci ha parlato Paolo. Ho vissuto anche io in una struttura simile a Perugia e so com’è la vita lontana da casa. Abbiamo perso dieci ragazzi giovani, condoglianze alle famiglie e al Flamengo. Una tragedia pazzesca, sono cose che non devono succedere, così come per Sala. È stata una grandissima perdita, per la settimana dello sport è stata difficile anche per Bortuzzo, per ciò che ha passato e le sue parole. Un esempio per i giovani. Vicinanza a tutti loro“.

Il Milan ideale di Gattuso: “Non lo so, quale può essere la squadra ideale? Credo che si possa fare qualcosa di diverso, se chiudo gli occhi vedo Laxalt e Conti che hanno sempre giocato in un centrocampo a 5, lo stesso Paquetá che giocava dietro le punte o Çalhanoglu. Si possono fare molte cose nuove e ci stiamo ragionando, non è detto che noi giocheremo sempre così. Ma bisogna provare, vedere i risultati in allenamento e ci stiamo ragionando“.

Il cambiamento dell’ultimo mese: “Bisogna sacrificarsi. Voi della stampa date meriti alla difesa, ma quando stiamo in 25 metri l’elogio deve andare a tutti. A qualcuno nemmeno piace, c’è gente che vuole solo attaccare e storce il naso, ma giochiamo comunque da squadra. Il sacrificio per il compagno, a tutto campo, correre e saper soffrire insieme. Continuiamo su questa strada“.

Su Zapata: “Sul contratto sono rimasto a quello che avevo detto, c’è questa proposta di rinnovo e poi non so cosa si siano detti Leonardo e il suo procuratore. Lui sta facendo di tutto per recuperare, dall’ultima risonanza abbiamo visto che gli servono ancora 15 giorni per tornare in gruppo“.

Chance di Cutrone con Piatek: “Patrick si mette a disposizione ogni giorno, poi due volte a settimana fa lavoro extra con carichi personali. Ha il fuoco dentro, a livello mentale e professionale è cresciuto tantissimo. Si fa voler bene dal gruppo e non pensa solo a se stesso, ragiona da giocatore vero, da gruppo. Gli brucia non giocare, ma lavora con veemenza e voglia. Può essere deluso, ci sta, ma deve continuare a lavorare così. Per noi è difficile cambiare qualcosa, negli ultimi 25 minuti di allenamento proviamo le due punte e anche la mezzapunta ma continuiamo sulla strada degli ultimi mesi“.

Il rientro di Biglia e il lavoro dei giocatori negli ultimi mesi: “Lucas è da tre mesi che è fermo, dobbiamo stare tranquilli. Ci vuole tempo, ora lavora con il gruppo ma non è al massimo. Quando sarà al 100% vedremo come giocare, è la condizione fisica che ci porta a fare certe riflessioni. In generale, questi ragazzi mi hanno dato tanto perché hanno voglia di imparare e l’umiltà di sacrificarsi e stare a Milanello di più. Se oggi la squadra reagisce è perché ha creduto in me e al mio staff. Questi mesi hanno dato molto alla mia carriera. Quando un giocatore ha delle doti come Abate, è più facile lavorarci perché se fa errori può nasconderli con la velocità o in allungo. Lo abbiamo fatto lavorare su dei concetti ed è stato molto bravo. Con passione e voglia si può sempre migliorare“.

Su Çalhanoglu e Conti: “Non butto a mare i miei giocatori, Çalha come per chiunque. Lo stesso Hakan sa che può fare molto di più, ma le sue gare non sono da buttare via. Ci aspettiamo di più a livello tecnico e di balistica, ho letto che la squadra si è ribellata perché il ragazzo gioca sempre ma a me non risulta. Perché i giocatori devono pensare a fare i giocatori e non alle mie scelte, che sono fatte in buona fede e non regalo niente a nessuno. Io non butto in mare nessuno. Su Conti stesso discorso, sta recuperando e se non scende in campo è perché la vedo così. Ho gente che mi dà affidabilità ma per noi è importantissimo, spero di dargli più minutaggio possibile“.

La corsa Champions: “Sono sei o sette anni che il Milan arriva in primavera e non si gioca la Champions, noi dobbiamo arrivare a quel punto a giocarci qualcosa di importante. Non perdiamo energie e pensiamo gara dopo gara, l’obiettivo è arrivare alla fine e giocarci qualcosa di grande“.

Il contratto e lo stipendio: “Sono contentissimo di quello che guadagno. Ringrazio la società che mi ha dato questa grandissima possibilità, per il percorso che avevo mi sarebbe servito più tempo. Ma non ci casco in queste cose, il calcio è bestiale e passi dalle stelle alle stalle in un attimo. Devo volare più che basso che ancora sono giovane e devo lavorare tantissimo. Non parlo di cifre, quello che guadagno in questo momento forse è anche troppo. Apprezzo le parole di Scaroni ma non mi fido di queste tematiche“.

Su Donnarumma: “Ne ho sentita tante, molte chiacchiere. Non bisogna cancellare tutto quello che ha fatto Alfredo Magni perché lo ha allenato da tempo, poi ha cambiato metodologia con Fiori e penso che la figura di Reina l’abbia aiutato tantissimo. Uno forte e professionista esemplare come lo spagnolo avrebbe potuto fare tanti giochini mentali, invece aiuta Donnarumma ogni giorno. Gigio deve solo concentrarsi, ma lo vedo sicuro e con grande fiducia. Continui così“.

Squadra adulta e più cattiva? “Lo dirà il nostro percorso, le prossime 4 quattro che non sono facili“.

Milan più offensivo contro le piccole? “Io voglio vedere una squadra che non faccia attaccare gli avversari. A Roma i giallorossi hanno fatto una grandissima partita, e prima della Fiorentina erano in grandissima salute. Abbiamo spesso sbagliato l’ultima giocata ma avevamo la sensazione che stessimo bene in campo. A me piace una squadra vera, che non soffre gli avversari, metterei una firma per vincerle tutte 1-0“.

Miglior difesa ma attacco in difficoltà: “Non è un fattore psicologico ma è questione di caratteristiche. Serve riempire di più l’area e spesso c’è pigrizia. Poi sento le parole di Suso che dice che si sacrifica per questa squadra e fa il terzino, ed è vero. Serve per la compattezza della squadra per non prendere gol, lavorare tutti insieme, ma poi spostandoci in avanti ci vuole voglia anche lì. Abbiamo la forza per fare un certo tipo di calcio, servono voglia e sacrificio. Pensiamo meno e facciamo la differenza, non pensiamo a ciò che dobbiamo fare ma cerchiamo ad ogni costo il nostro obiettivo“.

La spinta di San Siro per la Champions: “Dobbiamo essere bravi noi. Quando ci sono 50/60mila spettatori è uno stadio che spinge, ma dobbiamo essere bravi ad entusiasmarli con un buon calcio e voglia. Sulla carta sembrano partite facili le prossime, ma in A niente è facile. Tutto va affrontato con concentrazione e desiderio, il segreto è tutto lì: trasformare il nostro stadio in una bolgia. Lo faremo con senso di appartenenza e tutte le nostre componenti“.

Le prime dichiarazioni del tecnico: “In questa settimana i giocatori hanno avuto modo di trovare un po’ di riposo, spesso fa meglio il recupero del lavoro. Penso che giocare prima degli altri ci abbia aiutato, perché quando abbiamo affrontato squadre con meno minutaggio siamo usciti alla distanza con gambe forti anche nei secondi tempi. Abbiamo lavorato molto bene, oggi finiremo la preparazione con il Cagliari che sarà molto difficile anche per i risultati di Lazio e Roma e ci giocheremo tantissimo“.