Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match con il Torino. Ecco le sue parole.
Le difficoltà degli attaccanti del Milan: “Per come vogliamo giocare, l’attaccante deve essere in grado di attaccare lo spazio anche senza palla. Poi non è vero che a Piatek non arrivano i palloni, contro la Lazio abbiamo fatto dei cross ma ne abbiamo presi comunque pochi. Ad inizio stagione Higuaín toccava moltissimi palloni e sembrava una mezza punta, se la manovra è fatta in modo corretto si può sempre creare qualcosa negli ultimi venti metri. In questo momento però fatichiamo a far male agli avversari, sicuramente in questo momento l’attaccante deve essere funzionale a come giochiamo“.
La difesa del Torino: “È uno stimolo affrontare una squadra così, con una delle migliori difese del campionato. Ieri abbiamo fatto il primo allenamento facendo recuperare le energie, oggi proveremo quello che vogliamo fare domani“.
Su Paquetá: “Non può salvare tutti da solo, deve essere accompagnato dalla squadra. È un giocatore che ci ha dato una grandissima mano, ma ha bisogno del collettivo“.
Milan rassegnato? “Mi conoscete da vent’anni, mi fa sorridere questa roba qua. Io devo stare tranquillo, lucido, le sceneggiate le facevo da giocatore ma ora il tempo è finito. Sono deluso perché non riesco a fare qualcosa di diverso, ad entrare nella testa dei giocatori, il resto va bene così. Se qualcuno pensa che ho mollato, non è assolutamente vero“.
Deluso dal comportamento dei giocatori? “Io sono deluso da me stesso, perché un allenatore deve trasmettere tutto ai suoi giocatori. Mi aspettavo di entrare in modo più forte nelle teste dei miei giocatori, perché si può sbagliare a livello tecnico ma non deve mai mancare la voglia di soffrire. Sono più deluso da me che dai miei giocatori“.
Come sta Bakayoko dopo i fatti di Milan-Lazio? “Tiémoué l’ho visto bene, quello che è successo in Coppa è stato tutto documentato con foto e immagini. Che il giocatore vuole andare via lo sento da voi giornalisti, lui sta bene in Italia ed ha fatto una stagione importante. Sono d’accordo con Reina, siamo nel 1800 ma non tutte le persone allo stadio la pensano allo stesso modo. Sono episodi che fanno male, ma Bakayoko l’ho visto bene, già era stato avvertito, si è comportanto in un modo incredibile e non ha mai perso la testa“.
In caso di insuccesso, la squadra è pronto a rincorrere il quarto posto? “Abbiamo il dovere di farlo, so che tutti i ragazzi ci stanno male come ci sto male io e i tifosi a casa. Domani bisogna andare a Torino e fare una gara con attributi, voglia e mentalità“.
Il Milan può difendere il quarto posto? “Guardandomi le ultime gare ti direi di no, ma il calcio è strano. In questo momento dobbiamo andare alla ricerca di lucidità e tranquillità, ragionando da squadra. Facciamo di tutto per stare uniti, poi vedremo i giudizi a fine stagione. Chiudiamoci a ricci e facciamo il nostro dovere“.
La crisi dal derby perso in poi: “È da luglio che mi dite che non sono più l’allenatore del Milan, un giorno c’era un nome e l’altro uno diverso. In questo momento non stiamo giocando un buon calcio, siamo in difficoltà a livello di testa e non arrivano i risultati. Però la squadra sente chiacchiere ogni giorno, si è fatta l’abitudine…“.
I giocatori sentono la maglia del Milan? “Queste sono chiacchiere da bar. Tutti sanno l’importanza della posta in palio, nessuno gioca per farlo apposta o per fare dispetti. Il Milan non si giocava la Champions da anni, invece sento che non vale niente e che ci divertiamo. Ma non è così. È vero, abbiamo pregi e difetti, ma serve rispetto per questi ragazzi che stanno dando tutto, e ci può stare anche un momento negativo. Però non posso trovare parole dispregiative. C’è un Gattuso in rosa? Per una vita mi avete detto che non potevo giocare al Milan, poi la leadership non si acquista. Non vai al supermercato e dice ‘vendimi 10 euro di leadership’. Ci vuole tempo, un percorso ed ognuno di loro sta portando il loro pezzo per costruire qualcosa. Non servono scenate, siamo in gruppo“.
Manca un motivatore in squadra? “Io penso di saper gestire lo spogliatoio. Giocatore e allenatore sono due cose completamente diverse e il mio ruolo è cambiato. Quando dico che il primo responsabile sono io è perché mi assumo tutte le responsabilità. Vedo una squadra che si dà le martellate da sola, che pensa troppo. Dobbiamo essere bravi a mettere tutti i ragazzi per andare al massimo, ora qualche giocatore non sta benissimo e lo stiamo pagando“.
Le difficoltà nelle ripartenze: “Per farle bisogna recuperare palla, ma stiamo faticando in questo. Non stiamo giocando da squadra, non siamo ne pericolosi ne attenti in difesa. Facciamo le cose un po’ a metà“.
I dettagli nella corsa Champions: “La voglia di saper soffrire farà la differenza. Nelle ultime partite tutti faticano, anche nelle gare facili, infatti sembra il ‘ciapa no’ per il quarto posto. Andrà in Champions chi non molla“.
Suso ancora in campo: “Vediamo domani, ma io scommetto su tutti i miei giocatori. I fischi li abbiamo presi tutti, non solo il ragazzo“.
Squadra stanca? “Nelle partite che stiamo giocando, noi siamo sempre vivi a livello fisico e corriamo sempre. Rivediamo l’atteggiamento di testa e come scendere in campo“.
Patto nello spogliatoio per la Champions? “Le chiacchiere stanno a zero, noi dobbiamo dimostrare tutto sul campo con voglia. In questo momento siamo spenti, in tutti i sensi, penso che oggi parlare non serva a nulla. Servono fatti e risultati“.
Contro il Torino la gara più importante? “Può tornare il sorriso in caso di vittoria ma poi mancheranno ancora quattro gare. Loro però sono in salute, hanno grande mentalità e serve farsi trovare pronti“.
Come si ritrova l’anima del Milan? “Non prendo a pugni nessuno, solo bisogna far capire la necessità di essere uniti e di fare tutti qualcosa in più. Ragionare tutti con una testa sola, non guardare al proprio orticello. Sento troppe chiacchiere, il mio futuro e quello dei giocatori, ora basta e pensiamo solo al futuro del Milan“.
Squadra con le spalle al muro: “Nei momenti di difficoltà abbiamo sempre avuto l’anima, oggi ci sta mancando. si può anche giocar male ma con la sofferenza ed il cuore uscirne, oggi invece manca. Ci siamo impantanati su questa cosa, ci serve l’anima“.
Le prime parole del tecnico: “Domani giocheremo per la maglia, la carriera dei giocatori e tutto l’universo Milan. Ci stiamo giocando tanto, veniamo da un momento negativo e sono giuste le critiche che stiamo ricevendo. Domani giochiamo contro una squadra che ricorda l’Atalanta, hanno caratteristiche simili. Serve forza fisica e brillantezza, c’è il dovere di fare meglio“.
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