Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del derby. Di seguito sono riportate le sue parole.
Sulla voglia di mandare k.o. l’Inter: “Secondo te voglia ne abbiamo? Io sono d’accordo con Spalletti, è un incontro di calcio e non pugilato. Anche dire la parola rabbia che vuol dire? Giocare nervosi non serve, necessarie testa e tranquillità ma domani ci vuole tanto ma veramente tanto rispetto per l’Inter perché ci metteranno in difficoltà“.
Sulla punizione di Biglia: “È già un paio di partite che riusciamo a prendere punizioni pericolose, potremmo prenderne molte di più ma la media è ancora bassa. In allenamento li vedo calciare le punizioni, abbiamo 3-4 giocatori che le calciano bene come Suso, Çalhanoglu e lo stesso Biglia. Penso che dobbiamo essere bravi a prendere qualche punizione in più“.
Sui consigli di Berlusconi: “Non l’ho sentito ma quello che dice va sempre rispettato. Io prendo le scelte e le decisioni, ma quello che dice va rispettato“.
Sul battibecco con Meggiorini: “Io devo imparare, se voglio diventare un bravo allenatore, che non posso più permettermi queste cose perché è già la terza volta che lascio i miei ragazzi senza di me in panchina. Non devo più discutere con i giocatori avversari, ho sbagliato e devo migliorare in questo se voglio fare l’allenatore di un certo tipo. I giocatori in campo possono dire quello che vogliono, ho sbagliato io, era meglio chiudere tutto a fine partita. È stata giusta la mia espulsione, fortunatamente non ho perso la testa e non ho detto nulla di grave, ma devo imparare a non perdere energie. Poi qualche sito ha riportato alcune cose che avrei detto ma io non ricordo nulla, ci ho pensato all’ultimo che sarei finito in tribuna stampa… A saperlo prima non mi sarei messo lì per guardare la partita, ma io le gare le vivo così“.
I miglioramenti di Musacchio: “Mateo è cresciuto molto, ma i meriti della fase difensiva non vanno dati solo ai difensori. Per Mateo mi concentrerei di più su come è migliorato nella gestione della palla, di come imbuca verso il centrocampo. In pochi notano i suoi meriti del palleggio, mentre per la difesa è grazie al lavoro collettivo nel quale tutti danno una mano”.
Sulla stanchezza: “Fate attenzione ragazzi perché c’è differenza fra testa e stanchezza fisica. L’esempio è Juventus-Atletico: tutti davano i bianconeri per morti, ma quando escono voglia, rabbia e senso di rivalsa tutto sparisce, la stanchezza non la senti più. I nostri giocatori non sono stanchi a livello fisico, altrimenti le corse che mettono in campo per raddoppiare e per chiudere non le farebbero. Alcuni, magari come Suso e Paquetá, stanno un po’ soffrendo perché chiediamo a loro qualcosa in più a livello tecnico per aiutare la squadra in compattezza e solidità. Il problema non è fisico, ma di tutto il lavoro che gli chiediamo“.
Sulla crescita della squadra: “Ha sempre pensato che l’allenatore incida al massimo al 30-40%, poi conta il gruppo e la disciplina dei ragazzi. Il merito va ai ragazzi che, anche se giovani, stanno crescendo a livello mentale giorno dopo giorno. Va tutto a lavoro, solo una piccola percentuale va a me ed il mio staff“.
Se ha mai pensato di arrivare al derby davanti: “No, mai. E non dobbiamo nemmeno dimenticarci le sette partite del campionato nelle quali giocavamo in maniera completamente diversa. Per tredici gare di fila abbiamo sempre preso gol, con l’Udinese il primo clean sheet e questo momento di saper soffrire ci ha rafforzato, ha portato consapevolezza“.
Sul secondo posto: “No no, noi dobbiamo mettercela tutta per arrivare in Champions League. In questo momento il Napoli ha un vantaggio ampio ed una squadra molto forte. Dobbiamo pensare solo al derby, senza mandare la testa in giro a volare troppo alto. Loro sono fortissimi e hanno qualcosa più di noi, da anni è sempre al vertice del campionato e con Ancelotti gestirà ancora meglio i giocatori. L’Europa League non sarà un problema per loro“.
Sul lavoro di ricucire l’intera rosa in gruppo: “Non mi sento un sarto, ancora non riesco a finire bene i miei vestiti. Lascio qualche manica più lunga, sbaglio qualche piega. Stiamo migliorando ma ancora non sono un sarto al cento per cento“.
Sulla mentalità di Piatek: “Io ho fatto poco con il Pistolero. Non parlo nemmeno tantissimo con lui perché è uno che non ama perdersi in chiacchiere. Adesso inizia a sorridere un po’ di più, i primi giorni pensavo fosse arrabbiato con me (ride, ndr). È un personaggio al quale piace lavorare, viene al campo anche nei giorni liberi e in questo momento non serve nemmeno parlargli perché sa quello che deve fare. Va bene così“.
Sul possedere l’etichetta di favorito: “In queste partite le favorite non esistono. Il derby è sempre a parte, bisogna controllare le emozioni e non perdere energie mentali prima di iniziare il match. Bisogna arrivarci con mentalità, testa libera, senza farci i voli col cervello“.
Sul periodo opposto: “Noi la figuraccia in Europa League l’abbiamo già fatta, anche prima dell’Inter. Abbiamo rischiato di non battere il Dudelange, noi ne abbiamo passate dall’Inferno eh… Questa deve essere la nostra forza, non cascare nel giochetto che sia tutto facile e tutto bello. Domani lo stadio pieno sarà un qualcosa in più, ma prepariamo la gara con umiltà sapendo che l’Inter è forte e può fare male in ogni momento“.
Sulla situazione Icardi: “Mi viene difficile rispondere a queste domande ma per come vedo il calcio io, anche il giocatore più forte al mondo deve avere rispetto di ogni componente del suo spogliatoio. Quando qualcuno manca di rispetto, e parlo dei miei ragazzi, divento anche l’uomo più cattivo del mondo. Le squadre di calcio si costruiscono anche nello spogliatoio ed il rispetto deve essere fondamentale, non solo del ragazzo in questione ma anche di chiunque giri intorno all’interessato. Lo spogliatoio è sacro, mi piace quando si dicono le cose in faccia, preferiscono che si mandino a quel paese per poi sistemare tutto in pochi giorni“.
Sul gruppo: “Queste sono partite nel quale il gruppo deve parlare il meno possibile. Io queste gare le sentivo già di mio, non avevo bisogno che nessuno dicesse qualcosa. Da allenatore sono uguale, sono altre le partite nelle quali bisogna farsi sentire. Per il derby no, c’è un’aria diversa e un nervosismo diverso. Pochissime urla, pochissimo incitamento perché già c’è pressione“.
Su Milano ribaltata dopo un girone: “Sinceramente non mi interessa, e non vedo nemmeno rivincite. Io devo solo pensare ai miei obiettivi, di far crescere i giocatori e tornare in Champions. Allegri dopo Madrid sembrava un incapace, ora tutti lo esaltano e si sono rimangiati le parole: fa parte del nostro lavoro e va bene. A volte qualcuno dice scorrettezze ma va bene così, devo andare avanti e sono un privilegiato per il lavoro che faccio. Ecco perché credo sempre in ciò che faccio“.
Su Spalletti a rischio esonero: “Cosa dovrei rispondere? Non lo so. Chi fa questo mestiere sa di essere in discussione, io personalmente ho sempre pensato solo a lavorare e centrare gli obiettivi. Se mi fossi messo a pensare alle voci su di me, so che avrei lasciato energie per strada. Ogni settimana facciamo il programma di allenamenti, non abbiamo mai pensato di poter lasciare questi ragazzi“.
Su Piatek: “La differenza deve farla il collettivo, non solo lui. La differenza devono farla tutti gli uomini che scenderanno in campo, ne ho visti pochi in vita mia di giocatori che vincono da soli. Oggi non siamo in grado di farlo, la vittoria passa dal gioco di squadra”.
Sull’Inter: “Io non sono abituato a pensare agli altri, a guardare in casa altrui. Io devo pensare alla mia squadra, ai problemi che abbiamo e alle cose positive che facciamo. Non sono dentro lo spogliatoio dell’Inter, posso pensare solo al mio“.
Sulla possibile titolarità di Biglia: “Domani vedrete…“.
Sull’esame di maturità: “È un percorso, mi allaccio alle parole di Çalhanoglu. È una gara che può servire a tutti, dallo staff ai giocatori, che può aiutare a proseguire il percorso“.
Se è la partita più importante del Milan degli ultimi 6 anni: “È una gara nella quale ci giochiamo tanto ma ci sono sempre e solo tre punti in palio. Io sono più preoccupato a livello mentale a cosa potrebbe lasciare le cose andassero male. Se è la più importante non lo so, possiamo fargli male così come possiamo subirne. Vincendo potremmo avere un qualcosa in più a livello di testa, in caso di sconfitta servirà lavorare sui ragazzi“.
Su come si affronta l’Inter: “Dobbiamo essere bravi con la loro pressione, all’andata non ci hanno mai fatto respirare bloccandoci tutto il palleggio. Domani sarà la stessa cosa e serve coraggio, allora dissi che non mi era piaciuto l’atteggiamento del nostro non gioco e della rinuncia a palleggiare, domani voglio vedere testa libera e fare le cose che sappiamo fare“.
Le prime parole del tecnico rossonero: “Ogni derby ha una storia a sé. Non dobbiamo pensare alla partita dell’andata perché sarà diverso. Da cinque giorni sento che siamo favoriti e l’Inter è morta, ma nelle stracittadine queste cose non esistono. Serve rispettare l’avversario, giocare con la testa e rispettarla bene. Voglio vedere dai miei ragazzi cuore, intelligenza e voglia. Giocheremo davanti ad un San Siro da record di incassi e dovrà essere il nostro dodicesimo in campo, ma rispettiamo l’Inter perché ha campioni e ci può mettere in grandissima difficoltà“.
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