Rino Gattuso, nuovo allenatore del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa di presentazione. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni.

Sui consigli che ha ricevuto

“Tutti mi hanno detto di picchiare duro”.

Sugli allenamenti

“Abbiamo dei parametri che seguiamo per gestire gli allenamenti. Domani fare un lavoro muscolare, poi inizieremo a preparare la partita che ci attende. Alla squadra ho detto di non scandalizzarsi se dico qualche parola in più e di non essere permalosi”.

Sull’identità del Milan

“Io mi baso su quello che vedo durante la settimana. Alcuni giocatori sono fondamentali, ma in settimana devono pedalare tutti”.

Su cosa può dare al Milan

“Mancano 72 punti, non ere un traghettatore. So di non piacere a tutti, io sono cosa posso dare alle mie squadre. Come mi definisco? Uno che sente molto le partite, le vive molto. Mi sento vivo. Quando scendo in campo adesso sento lo stesso formicolio di quando giocavo”.

Sulle vittorie

“In Europa League abbiamo passato il turno, la Coppa Italia dobbiamo ancora giocarla. È vero che questa maglia pesa, non bisogna mai dimenticarlo. Io voglio vedere che tra vittoria e sconfitta c’è grande differenza: quando perdi ti deve bruciare, a Milanello è come se ci fosse un funerale”.

Su chi gli incuriosisce allenare

“Suso. Dicono che può solo giocare in un ruolo, voglio vedere se davvero così. Mi incuriosisce anche che Kessie non si sta creando gli spazi come l’anno scorso”.

Su Cutrone

“Io guardo molto quello che i giocatori si allenano. Patrick parte alla pari con gli altri attaccanti. È uno che non molla mai e ha grande passione, abbiamo bisogno di gente con questa mentalità”.

Sulle telefonate e messaggi ricevute

“Ne ho ricevuti tanti, sono stato molto felice. Ho sentito Terim, Sacchi, Capello, Cannavaro. Ieri in serata è uscita pure una mia foto con le sembianze di un personaggio di Gomorra e ho spento il telefono (sorride, ndr).”

Sul suo lavoro

“Io penso che in questo momento sono a mio agio quando lavoro in campo. Io e il mio staff abbiamo la consapevolezza per fare bene”.

Su Bonucci

“Il capitano è Bonucci e rimarrà Bonucci. Ho parlato con una delegazione della squadra ieri e ho visto ragazzi con grande voglia di lavorare e mettersi a disposizione. Io gli ho solo chiesto grande senso di appartenenza e disciplina. E loro mi hanno dato la massima disponibilità. Io mi sono sempre buttato nel fuoco per i miei compagni, voglio vedere questo. I giocatori si devono aiutare”.

Sulle prossime gare

“Partite facili in Serie A non ce ne sono. Dovremo farci trovare pronti e preparare le gare nel modo giusto”.

Su André Silva

“È un giocatore con grandissime qualità. E’ uno che ha mercato anche se non sta facendo benissimo. Bisogna metterlo in condizione di giocare con la squadra, ogni tanto fa belle cose ma da solo e non con i compagni”.

Sul problema del gol

“La mia storia dice che le mie squadre prendono pochi gol, ma ne fanno anche pochi. Ci stiamo lavorando, abbiamo preparato qualcosa. Non è solo un problema del gol, ma è generale. Con il Torino ho visto una squadra che ha creato tanto, ha portato qualcosa di nuovo anche a livello tattico”.

Sulla panchina del Milan

“Chi mi conosce sa che non sono un calcolatore, voglio vivere la mia vita da protagonista. Sono in uno dei club più grandi al mondo, cercherò di sfruttare al massimo questa chance. Non voglio pensare al domani, vado all’ospedale solo se mi sono rotto la testa”.

Sui giudizi nei suoi confronti

“Ho preso tante legnate in questi anni, mi sono fidato e ho messo anche in difficoltà alcune persone che ho portato a lavorare con me. A Creta ho sbagliato, ho messo alcune persone in difficoltà dal punto di vista economico. A Pisa siamo durati con grande sofferenza. Sono cambiato, si ragionava a livello dilettantistico, a volte mi sono chiesto chi me lo faceva fare. Questo lavoro è complesso, se non stai sul campo non capisci la difficoltà. Mi piace fare l’allenatore, penso di avere le qualità per farlo. Sono andato tanto in giro per migliorare i miei concetti. Non mi danno fastidio i giudizi, anche da giocatore appena sbagliato due partite di fila mi dicevano che ero uno scarpone. La fortuna che ho avuto me la sono guadagnata. Ho cambiato modo di gestire il mio lavoro, non leggo più i giornali perchè voglio stare tranquillo e pensare solo al lavoro”.

Su Kessie

“È molto più forte ed esplosivo di me, segna anche più di me. E’ il giocatore che mi assomiglia di più, ma credo che in questo momento serva che tanti altri giocatori abbiamo la giusta mentalità”.

Su Yonghong Li

“Non parla inglese, abbiamo deciso con il dottor Fassone di trovare un modo per sentirlo nei prossimi giorni”.

Su Berlusconi

“Lo conosco bene, non è la prima telefonata che mi fa. Da giocatore ho parlato spesso con lui. E’ uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio, abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan. Non ho fatto finta di ascoltarlo, l’ho ascoltato con grande attenzione”.

Sull’attacco

“Dipende da come stanno i giocatori. I tre di difesa e i quattro di centrocampo sono sicuri, poi in avanti vediamo”.

Sulla questione mentale

“Mi sembra riduttivo ogni volta parlare solo della mia grinta. Non mi hanno regalato il patentino, ho studiato per ottenerlo. Le partite non si preparano solo con grinta e cattiveria, serve grande conoscenza. A Milanello ci sono tante foto, questo club ha grande storia. Non bisogna dimenticare il dna del Milan, serve grande rispetto delle regole e voglia di sacrificarsi”.

Sulla Champions

“Io oggi non guardo la classifica, vivo alla giornata. La gara di Benevento deve essere come una finale di coppa del mondo. C’è bisogno di riuscire a cambiare ed ad avere maggiore consapevolezza. Per giocare bene a San Siro deve stare bene a 360 gradi. A livello mentale bisogna dare qualcosa in più a questi ragazzi, questa è la priorità”.

Sugli acquisti estivi

“Questa squadra può fare di più. Dobbiamo diventare squadra e scendere in campo da squadra, coprire il campo, dimostrare di saper soffrire e di essere una squadra quadrata. Serve uno spirito battagliero, anche se questo non basta perchè serve anche la qualità”.

Sull’essere allenatore

“Provo le stesse emozioni da giocatore. Quando entro a Milanello mi sembra di essere in paradiso. Ci sono tanti bei campi che c’è l’imbarazzo della scelta. Io amo il mio lavoro, lo faccio con passione. Il mio sogno continua, allenare in una società così è un privilegio”.

Sulla Primavera

“Per me il gruppo è importante. Per gruppo non intendo solo i giocatori, ma anche tutte le persone stanno intorno alla squadra. Mi è dispiaciuto molto lasciare i ragazzi della Primavera, con loro non ho mai avuto problemi, avrei voluto completare il lavoro. Partita dopo partita vedevo una squadra più convinta. Li ringrazio perchè mi hanno dato tanto”.

Sulle novità

“Giocheremo con al difesa a tre. Ho avuto un ottimo rapporto con Montella, anche se alcuni concetti di gioco sono diversi. Montella ama il palleggio, anche a me piace ma poi dobbiamo verticalizzare”.

Sul ritorno al Milan

“È un giorno importante, è una grande responsabilità. Sarà un lavoro duro. Questa squadra ha tanti nazionali e un’età media di 21 anni. Non stanno attraversando un periodo semplice, ma qui c’è tutto per lavorare bene. Da parte mia c’è grande consapevolezza che questa squadra può fare bene”.