Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match col Bologna. Ecco le sue dichiarazioni.
Cammino in Europa League complicato, trovato un motivo? “La differenza tra la Serie A e giocare in Europa è la lettura della partita, non dare mi coraggio all’avversario. Da quando sono qua, spesso abbiamo perso per colpa di poca malizia o furbizia. Mettici l’età, il gruppo giovane, un calcio diverso ed un arbitraggio particolare rispetto all’Italia, spesso ci faccia sorprendere da tutto questo“.
La crescita di Bakayoko: “Baka può fare tutto, anche la mezz’ala o il vertice basso. In questo momento però dobbiamo lasciare a loro agio lui e Franck, che è più abituato a fare la mezz’ala e creare spazio a Suso. Ma per come sta e per come si muove, ora Tiemoue può fare tutto, anche se nella mediana a due sta bene”.
Una vittoria in Supercoppa rilancia la stagione? “Dobbiamo ripartire domani, da subito. Alla Supercoppa dipende da come ci arriviamo, con quale classifica e tutto. Domani però è fondamentale, è il termometro per capire come stiamo e come reagiamo. Alla finale con la Juve ci penseremo poi nelle prossime settimane“.
Sul turno di riposo a Çalhanoglu: “Vediamo, devo capire se la stanchezza è mentale o fisica. Se fosse di corpo, lo farò sedere in panchina. Se invece, come credo, è solo di questione di testa, devo essere bravo io ad entrargli nel pensiero e farlo valorizzare“.
Su Çalhanoglu: “Io non difendo solo Hakan, io difendo tutti. Sono disposto a buttarmi nel fuoco per i miei giocatori. Per questo quando parlate con me, io mi irrito quando attaccate in maniere diretta i miei ragazzi. Solo chi non fa non sbaglia. Poi lo sappiamo anche noi che dopo serate come giovedì i responsabili siamo noi e abbiamo scritto una pagina nera, ma la vergogna non esiste. Solo chi ruba si deve vergognare, noi facciamo solo sport“.
Panchina del Milan nuovamente in bilico: “Fa parte del mio lavoro, del mestiere. Ci sta, non c’è nessun problema, anzi, rompete le scatole a me e non ai ragazzi. Sfogatevi su di me che sono il primo responsabile, è giusto dopo l’eliminazione che sia io al centro dei discorsi e non i miei giocatori“.
Il mancato arrivo di Ibrahimovic: “Non ho mai parlato con Zlatan, ve lo posso anche giurare. Io ho una abitudine: quando ci sono delle persone che fanno un lavoro importante come i nostri dirigenti, io li rispetto ed ognuno deve fare il proprio mestiere. Sapevo che c’era una possibilità, sapevo dal primo giorno che era difficile, ma non c’è nessuna delusione. Io voglio arrivare i miei, poi se arriva qualcuno sono felice. Non sto lì a fasciarmi la testa ‘quello non arriva come faccio’, la dirigenza sa chi mi piace e chi può essere funzionale. Da luglio non ho mai parlato con nessun giocatore fuori da questo gruppo“.
Sui giocatori ‘impacchettati’ dalla stampa: “Siete voi che li state impacchettando, che li state mandando via. È periodo natalizio, state facendo i pacchetti e li state mettendo sopra gli alberi. Tutti quello che scrivete a livello di mercato, finanziario e fair play sono tutte cose che non ho ancora affrontato con la società. Nessuno è ancora venuto a dirmi ‘lo riscattiamo, non lo riscattiamo’, sono cose che sento dire solo da voi della stampa. So che abbiamo dei vincoli e non possiamo fare moltissimo sul mercato, ma siete voi che continuate a dire che dovremo vendere Çalhanoglu, Suso, Higuaín… A me non risulta“.
I 50 giorni senza gol di Higuaín: “Ho parlato con Gonzalo, il primo deluso dalla situazione è lui. Ma in questo momento deve darci esperienza e carattere, poi i suoi gol. Nella difficoltà, la priorità non sono le reti ma la sua leadership, il suo trascinare i compagni anche se qualcuno sbaglia. Poi le chiacchiere intorno a lui ci saranno sempre, non possiamo controllare tutto, ma gli ho detto che da parte di tutti c’è apprezzamento ma deve fare qualcosa in più. Bisogna concentrarsi sul fare le cose al cento per cento e con gli occhi avvelenati”.
La sfida con Inzaghi: “Fa parte del calcio. Chi fa questo mestiere sa che c’è sempre il rischio di esonero se non arrivano i risultati. Con tutto quello che abbiamo vissuto io e Pippo, non posso dimenticare nulla. Entrambi ci giochiamo molto, fa parte del lavoro, ma l’affetto, il rispetto e l’amicizia rimarranno per sempre“.
Oggi, rifaresti la stessa formazione per rigiocare ad Atene? “Quando prendi due gol dal Dudelange o arrivi all’ultima a giocarti la qualificazione in un ambiente così, significa che qualcosa avevi già sbagliato prima. Noi la qualificazione ce la siamo giocata ad Atene, ma nelle altre 5 abbiamo fatto errori. Non ci deve essere solo il rammarico di Atene, anche se lì avevamo la partita in mano e giocata nel modo corretto. Creavano difficoltà solo sugli angoli o palle perse davanti all’area. In un ambiente così può succedere di tutto ma l’abbiamo permesso noi, perché ci bastava segnare nei primi 20/25 minuti con le occasioni avute. Noi dobbiamo migliorare in questo“.
Atene una ‘mini Istanbul’? “Vedere nel calcio moderno gente che piange nello spogliatoio è un segnale. Forse tutti i valori del calcio di 15/20 anni fa sono rimasti, e sono stato colpito da ciò. Il gruppo a livello umano ha valori, in tanti avevano le lacrime agli occhi. Ma ho fatto l’esempio prima della cicatrice, questa deve essere una cicatrice per farci ricordare gli errori fatti. Non dobbiamo pensare troppo, bensì giocare con qualità sbagliando il meno possibile nelle prossime 4 partite nelle quali ci giochiamo molto“.
Su Musacchio e Romagnoli: “Conti è tanto tempo che sta con noi, quindi non lo considero un recente rientro. Serve buttarlo nella mischia ma è pronto. Musacchio e Romagnoli invece bisogna gestirli con attenzione. Sul polpaccio di Alessio non si scherza, non voglio che ci sia alcuna ricaduta. Si è allenato bene e vediamo domani se gioca. Mentre Mateo è reduce da un infortunio serio, serve la massima attenzione ma stanno bene fisicamente e non bisogna avere fretta. Occhio soprattutto a non perderli perché sono importanti per noi“.
I recuperi di Musacchio, Romagnoli e Suso: “Non ho dubbi sulla professionalità di questi ragazzi e del gruppo. Meritano rispetto, anche se qualcuno di voi già li sta impacchettando per bene. Sento tutti i giorni discorsi ‘quello viene venduto, quello torna’, secondo me questi ragazzi non meritano tutto questo. Mi assumo io la responsabilità di tutto, Atene deve essere una cicatrice per poter guardare avanti. Non ho alcun dubbio a livello umano, dobbiamo crescere tutti insieme. Io incluso“.
Le prime parole di mister Gattuso: “Domani voglio vedere la stessa prestazione fatta ad Atene, senza però gli errori dei singoli. Abbiamo regalato una partita, dormendo completamente in certi episodi. È vero, c’è stato qualche errore arbitrale ma nel calcio succede e non dobbiamo attaccarci. Serve che stiamo svegli, nel calcio bisogna essere sempre belli sul pezzo, perché quando non abbiamo veemenza e rabbia poi non raccogliamo risultati. Quando è un problema che abbiamo da tempo“.
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