Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l’Atalanta. Ecco le sue parole.
Sulle preoccupazioni
“Non abbiamo perso nessuno a parte Calhanoglu, quantifichiamo i carichi di lavoro per non rischiare nulla. Speriamo di non perdere nessuno, a livello fisico siamo migliorati. Questa squadra quando corre sui 25/30 metri non fa nessuna fatica. Quando ci fanno correre troppo invece tante volte sbagliamo, cominciamo a farci vedere meno, sbagliare passaggi ed impostare”.
Sui vecchi e i nuovi
“I giocatori che sono da un po’ di anni qua devono mettere a disposizione tutto quello che hanno vissuto. Devono aiutare nei momenti di difficoltà i ragazzi che sono arrivati. Spiegare anche le emozioni di un trofeo. Oggi dobbiamo andare alla ricerca di tutto questo. Quando arrivavano tantissimi giocatori noi eravamo i primi che ci mettevamo a disposizione dei nuovi, dicevo a mia moglie di aggiungere un posto a tavola per un nuovo compagno. Dobbiamo andare alla ricerca di tutto questo. Quando non arrivano i risultati e i nuovi non si esprimono al massimo bisogna aiutarli, metterli in condizione sia con la società che con la squadra di esprimerci al massimo. Non tutti sono uguale, non mi comporto allo stesso modo con tutti. Ad alcuni devo dare carezze ad altri tranvate”.
Sulle qualità dei giocatori
“Dobbiamo far giocare insieme i giocatori, vedo la qualità per tirare le punizioni, gli angoli, per far girare la palla. Ogni tanto sembra che non giochiamo da squadra. Questo manca”.
Su cosa serve
“Non basta la vittoria, venivamo da due vittorie. I giocatori con più esperienza dicono una parola in più, un’arrabbiatura in più, una faccia incazzata in più. Il sottoscritto ancora più incazzato. Se noi rimaniamo con questo spirito e con questa mentalità ne vinci una o due poi ci ricaschi sempre. Non dobbiamo permetterci di pensare al nostro orticello, non sarà bello da vedere ma serve compattezza. Manca questo, oggi il problema sono io che non sono ancora riuscito a trasmetterla. Questo lo dico anche ai giocatori, sono onesto. Posso piacere o no, ma in questo momento manca questo, questa squadra può fare di più e ne sono convinto”.
Sulla presenza della società
“Quando parlo con Fassone, con Mirabelli e Han Li, ci chiediamo cosa possiamo fare per far esprimere questa squadra. Non è vero che la società non è presente. Parliamo di numeri, di video, discutiamo anche di quello, non solo cosa pensa la mia testa e quella dei dirigenti”.
Sulla classifica
“Dobbiamo pensare partita per partita, non dobbiamo fare delle tabelle e preparare le partite che dobbiamo giocare”.
Sulla corsa
“Prima eravamo la penultima, ora siamo la terzultima. Non sono Padre Pio”.
Sul sostituto di Suso
“Mando le persone sugli alberi a vedere come giocano le squadre avversari, non dico chi gioca al posto di Suso”.
Sui giocatori
“La vittoria di Verona poteva farci cambiare la stagione, avevo grandissime sensazioni, ho visto una squadra incoraggiarsi nello spogliatoio, cosa che non avevo visto nelle altre partite. Vedevo i ragazzi crederci, poi è venuto un risultato bruttissimo, ma vedo i ragazzi che fanno di tutto per poter migliorare sia a livello personale che di squadra. Vedo i ragazzi che stanno lì a pensare, bisogna pedalare ed assumersi responsabilità. Nel gioco del calcio ci sta che uno sbagli, si deprimono molto facilmente”.
Sulle difficoltà della squadra
“I numeri sono belli, ma dobbiamo dare la sensazione di giocare da squadra. Ci arriviamo in scioltezza nella costruzione del gioco. Il problema è in transizione, facciamo fatica, dobbiamo lavorare bene sulle preventive, stare corti, insisto su questo concetto e sulla lettura. Non mi capacito quando i due terzini vanno contemporaneamente. A Verona è successo tantissime volte. Non è un caso che quando becchiamo giocatori veloci palla al piede cominciamo a sfilacciarci e perdere le distanze, dobbiamo migliorare. Siamo dei polli, ci caschiamo, dobbiamo migliorare su questo concetto qua”.
Su San Siro
“In questo momento dobbiamo essere bravi noi, non dobbiamo sbagliare a livello mentale, dobbiamo partire bene e non subire l’avversario, portare i tifosi dalla nostra parte. Spero che i tifosi non contestino e che se dovessimo fare schifo ci contesteranno alla fine”.
Sulla durata del ritiro
“Quando abbiamo proposto il ritiro abbiamo pensato di stare qua fino alla partita con l’Atalanta”.
Su Milan-Atalanta
“L’Atalanta gioca a uomo a tutto campo, dobbiamo cercare di non perdere palla in uscita, poi diventa difficile. Dobbiamo avere il tempo di giocata e fare la scelta giusta. Mi aspetto la stessa mentalità dei primi venti minuti col Verona. Non dobbiamo subire gli avversari, dobbiamo tenere botta, sarà una partita molto fisica. Loro sono molto forti, hanno qualità e sanno giocare a calcio. Bisogna fare una partita di grande sacrificio per vincere”.
Sulla differenza tra allenamento e partite
“La scelta di andare in ritiro è perché dovevamo dare un segnale sia io che i giocatori alla piazza. Abbiamo fatto una figuraccia, siamo stati qua, abbiamo fatto qualcosina in più. Vedo grandissimo impegno, tante volte io non mi spiego. Vedo grandi ritmi in allenamento, i ragazzi ce la mettono tutta, stanno in campo anche 30/40 minuti in più, ma questo non basta. Perché in campo diamo la sensazione di fare solo il compitino. Il lavoro che stiamo facendo in allenamento dobbiamo riuscire il più in fretta possibile a portarlo in campo. E’ difficile da spiegare all’esterno ma si tocca con mano. A Verona davamo la sensazione di poter pareggiare ma siamo fragili e la fragilità ce la andiamo a cercare anche noi in tante situazioni”.
Su Bonucci
“La settimana scorsa avete sentito cosa ho detto? È sempre il primo a mettere la faccia di fronte i problemi, non si tira indietro, è un esempio per tutti gli altri, parlo ogni giorno con lui. Nessuno mi ha detto che tra un po’ non ci vedremo più. Ad oggi è uno dei giocatori che fa di tutto per risolvere i problemi, si assume le responsabilità. E’ un giocatore seguito da tutti gli altri, importantissimo. Non vedo nulla di strano che un giocatore del Milan vada a giocare con due ex compagni di squadra. Fa un po’ di rumore dopo una sconfitta ma non ci vedo nulla di strano”.
Sulle posizioni in attacco
“In queste partite si è visto Suso venire a giocare dietro la punta, c’è un lavoro dietro. Bisogna entrare piano piano nella testa dei giocatori. Il Milan non ha giocato sempre con due punte, ha giocato spesso con due mezze punte e abbiamo vinto qualcosina. Il dna del Milan è stata la difesa a quattro, ma in attacco qualcosa veniva cambiato. Non voglio fare polemiche data anche la stima che ho”.
Su Berlusconi
“Non c’è nulla di nuovo, ci ho parlato un’ora quando sono diventato allenatore. Lo sa anche mio figlio che il presidente ama i due centravanti e la mezza punta, ma in questo momento io devo valutare le caratteristiche dei miei giocatori”.
Sulle indiscrezioni sul tentennamento
“Non ci ho mai pensato, sono stato in sede per parlare del ritiro. Per me è una grandissima occasione, sapevo quando ho accettato che c’erano delle difficoltà. Sapevo che c’è da lavorare, ho grandissime responsabilità. Abbiamo 300/400 milioni di tifosi nel mondo. Il ritiro non è punitivo”.
Ancora sul ritiro
“Era il minimo venire qui a lavorare qua dopo il punto a Benevento e il 3-0 a Verona. Sono state scritte tante falsità, non c’è stato un giocatore che si è ribellato. Se qualcuno si ribellava eravate i primi a saperlo. Nel mondo di oggi le cose antiche sono ancora più belle”.
Su cosa va allenato
“Si allena la mentalità, il lavoro e la condizione fisiche non bastano, dobbiamo migliorare. Ho sensazione che la mia squadra in alcune situazioni non percepisce il pericolo. Sul secondo gol col Verona i terzini erano altissimi, ma questa è colpa mia. E’ un aspetto da migliorare, altrimenti si rischiano figuracce come già successo e la responsabilità è tutta mia”.
Su Verona-Milan
“Non ero soddisfatto perché ogni volta che diamo campo agli avversari diamo la sensazione di subire gol ad ogni occasione. Come cominciamo ad allungarci vengono fuori tutte le nostre pecche”.
Sull’Atalanta
“L’Atalanta è una squadra che vola, vengono sempre in avanti, più va avanti la partita crescono. Fanno l’Europa League, vedendo loro e vedendo noi sia la velocità che la cattiveria sono molto diverse”.
Sul ritiro
“Siamo stati insieme più di qualche ora, è stato bello vedere le famiglie, le mogli dei giocatori. Abbiamo fatto anche una cena tra di noi. Abbiamo lavorato, abbiamo fatto qualche ora in più in campo. Il problema di questa squadra non è come lavora ma avevamo bisogno del veleno, che qualcuno dia qualcosa in più. C’è l’esperienza delle persone più grandi, con una parola o una chiacchera in più, correggere qualche posizione in campo. Alla prima difficoltà la squadra scompare dal campo, si vede dai filmati, dall’andamento delle partite”
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