A Tutto Milan

Gattuso alla vigilia della Samp: “Non possiamo sbagliare. Sul futuro…”

Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha risposto alle domande in conferenza stampa alla vigilia del match con la Sampdoria. Ecco le sue parole.

Su Cutrone

“Stiamo calmi con lui, è giovane e deve crescere. Voliamo basso, deve lavorare, non deve pensare che in questo momento è il giocatore più giovane della storia del Milan che ha fatto più gol. Deve lavorare, riposare, spero si trovi una bella fidanzata così starà a casa. Deve lavorare, riposare e fare l’amore”.

Sul confronto Donnarumma-curva

“E’ un gesto che mi aspettavo da un po’ di tempo, lo ha facilitato anche la tribuna più bassa. E’ un ragazzo giovane, ha grande senso di appartenenza, può crescere ancora tanto, ha bisogno di affetto. Non quantifichiamo quello che guadagna, ha bisogno di grande affetto sia da parte nostra che da parte dei nostri tifosi. Mi ha fatto piace e sono molto contento”.

Sul poco turnover

“C’è qualche acciacco, speriamo di recuperare tutti. Se vedessi gente che non corre sarei un pazzo a non cambiare, ma vedo gente che recupera in modo veloce e per questo non sto cambiando. E’ normale che già da domani preferisca mettere qualcuno che sta meglio, è una coincidenza che da cinque partite stanno giocando gli stessi”.

Sulle etichette

“Il passato al Pisa e a Creta? Per come vivo io questo lavoro qua, quando si va alla ricerca del rapporto umano figurati se non aiuti dei ragazzi che ti danno l’anima e che non riescano a tornare in Nigeria. Non è un problema. Devo continuare a fare quello a cui credo. Per tanti anni ho vissuto l’etichetta solo grinta e solo corsa. Era la cosa che sapevo fare meglio, non mi risulta che non ero in grado di non sapevo dare un calcio al pallone”.

Su Samp-Milan dell’andata e Giampaolo

“Non l’ho rivista, ora abbiamo un sistema tattico diverso. Giampaolo è un professore, è uno che quando lo sento parlare, ed è successo 5 anni fa a Coverciano, mi ha affascinato, mi ha aperto un mondo. E’ stato un allenatore da cui ho fatto qualche copia/incolla in questi anni”.

Sui discorsi ai giocatori

“Non posso prendere in giro i giocatori, gli sto vicino, li martello. Cerco di fargli tirare fuori qualcosa in più, quando vedo un problema sono il primo ad aiutarli. Non parlo tantissimo con loro, nello spogliatoio sono entrato un paio di volte. Parlo con qualche giocatore quando li vedo in difficoltà, non do spiegazioni quando non giocano. Devo metterli in condizione di farli esprimere al massimo. Non sto ore ed ore a parlare”.

Sulla scelta di tornare

“Qui qualcuno ha vissuto il Gattuso giocatore. Galliani mi chiamava di continuo quando ho lasciato il Milan. Mi sentivo tutto, ho vissuto il Milan come un sogno, ho sempre tifato questa squadra. Ho fatto la scelta di lasciare il Milan, ma tutti volevano a tutti i costi che rimanessi nello staff di Allegri ed allenassi la Primavera, ma ho fatto altre scelte. Dopo sono arrivato, sapevo che potevo trovare qualcosa di diverso ma mi sono comportato allo stesso modo. Ho lavorato con i ragazzi di 18/19 anni con la stessa voglia con cui ho iniziato questa carriera. Senza Mirabelli non avrei accettato, mi ha chiamato tante volte, la mia paura era di non poter trarre il massimo dai ragazzi di 18/19 anni. Poi ho visto che a Pisa avevo lavorato con dei classe 97 che avevano più o meno la stessa età. Sono venuto perché ho visto una società che mi apprezzava, Mirabelli sapeva come lavoravo. La pressione la sento anche quando faccio gli allenamenti, sono fatto così, metto impegno in tutto quello che faccio. Ho provato a gestire le cose calcistiche in modo diverso ma non sono io. Preferisco soffrire e fare un po’ di fatica in più”.

Sull’asticella da alzare

“Quando esprimo il concetto che nessuno deve mollare, lo dimostra che Borini entra e fa due gol in dieci minuti di partita, Rodriguez che entra e fa gol su rigore. Qualcuno non è contento e ci sta, ma bisogna lavorare e farsi trovare pronti. Non solo a livello personale ma per il bene della squadra. E’ questo il nocciolo, in questo momento è anche qualcosa di nuovo che voglio toccare con mano. Non dobbiamo piangerci addosso, dobbiamo preparare le partite, siamo allenati per fare fatica, c’è qualcuno che ha lavorato tantissimo in questi mesi. L’unica paura deve essere sottovalutare e dire al lupo al lupo, dobbiamo andare in campo con la consapevolezza che possiamo crescere ancora tanto”.

Sull’assenza di Kessie

“Bisogna dare l’1%/2% in più tutti, dobbiamo andare alla ricerca di qualcosa in più tutti quanti. Rincorrere di più, si può aggiustare con questo atteggiamento. Non abbiamo un giocatore con le caratteristiche di Franck, lo sapevamo anche col mercato aperto. Fiducia ai ragazzi che sono rimasti qua. Dobbiamo dare qualcosa in più”.

Su cosa si può migliorare

“Mi aspetto continuità di risultati e di prestazioni, riuscire a sviluppare meglio. A volte perdiamo tante palle in uscita, è questo che non mi piace. Dobbiamo essere bravi a palleggiare ed andare ad imbucare in seconda battuta. Possiamo migliorare perchè abbiamo le caratteristiche per farlo molto meglio”.

Sulle statistiche

“Analizzo le partite e le statistiche degli avversari. Quando lo staff mi fa vedere le statistiche strappo subito i fogli per scaramanzia. Mi dispiace aver poco tempo per preparare questa partita. Ho copiato tante cose a Giampaolo, mi piace come fa giocare la squadra. Sono molto preoccupato perché so il suo lavoro, domani sarà una gara molto difficile, non dobbiamo sbagliare nulla e giocare con grande responsabilità. Se sbagli qualcosa non ti perdonano”.

Sul futuro

“Per me c’è il Milan, spero di rimanere qua il più a lungo possibile. Sento grande responsabilità, la priorità è rimanere qua il più a lungo possibile. L’ultimo dei problemi sono io, ringrazio Fassone e Mirabelli, se sono qua è perché hanno creduto in me. Posso aspettare anche fino al 31 agosto, la priorità è il Milan. Sono mancato 5 anni e spero di rimanere il più a lungo possibile”.

Su Montolivo o Locatelli al posto di Kessie

“Montolivo dà esperienza e qualità, Locatelli dà freschezza e qualche inserimento in più”.

Sulle gare con SPAL e Ludogorets

“Contro la SPAL non riuscivamo a prendere le misure su Lazzari. Ci facevamo schiacciare ed è stato un errore. Contro il Ludogorets per 20 minuti siamo arrivati sempre secondi sui palloni, abbiamo dato una lettura sbagliata, questo in Europa succede spesso perché non conosci gli avversari, si sta un giorno in camera senza fare nulla e il tempo non passa. Sono state due partite diverse. Abbiamo dato un segnale importante, sappiamo soffrire e diamo la sensazione che sia difficile farci gol”.

Su Milan-Samp

“Non possiamo sbagliare, sono tre punti sopra di noi. Lo sappiamo già da molto tempo. La classifica non è bellissima. Dobbiamo prepararla bene. C’è grandissimo rispetto, giochiamo contro una squadra ben organizzata ed allenata. Bisogna fare una grandissima prestazione. Non voglio sentir parlare di stanchezza. A volte questa parte anche dalla testa. Nei primi 20 minuti contro il Ludogorets non ero contento perché sembrava ci risparmiassimo. Se domani giochiamo timorosi e bassi si rischia grosso”.

Su Bonucci

“La difesa sta facendo bene. Anche Ignazio sta giocando bene, Calabria, Borini, Antonelli. Leo deve essere un esempio per questa squadra. Il campione è quello che si allena sempre 1000 all’ora, rompe le scatole, il campione è questo. Ci mette grande veemenza e professionalità in tutto quello che fa. Per tantissimi anni lo spogliatoio è stato condiviso da grandi campioni e grandissimi professionisti. Noi abbiamo bisogno di questi esempi. Sono orgoglioso di allenarlo”.

Sulla fase difensiva

“E’ un periodo in cui giochiamo di reparto, c’è un lavoro di tutta la squadra. Suso e Calhanoglu fanno una mole di lavoro importante, si sacrificano. Siamo corti, stiamo sui 30/35 metri, anche gli attaccanti si sacrificano tanto. Speriamo di continuare così. Bisogna sottolineare il lavoro di tutta la squadra”.

Sullo stadio

“I tifosi bisogna trascinarli con la voglia, la prestazione, grande senso di appartenenza. Giocare a San Siro è difficile, ma quando ci sono 50.000 che spingono aiuta. Non conta il numero ma conta che chi viene allo stadio ci metta passione. Dobbiamo essere bravi nel far tornare subito l’entusiasmo a chi viene allo stadio”.