Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha fornito delle risposte in seguito alla bocciatura del Voluntary Agreement. Ecco le sue parole.
Perché la UEFA non ha accolto il Voluntary Agreement?
“E’ una decisione che avevamo ventilato. Era abbastanza attesa. La UEFA ci aveva richiesto una documentazione finale dove ci chiedeva due cose impossibili da fare. Nella prima ci chiedeva di completare il rifinanziamento del debito con Elliott, previsto per il prossimo ottobre, prima della loro decisione e di fornire garanzie sufficienti sulla capacità della proprietà di finanziare il club. Con un deposito di una cifra molto importante. Cose impossibili per i club nella nostra situazione. Nonostante non siamo in grado di adempiere a queste due richieste, crediamo che tutta la documentazione che abbiamo prodotto e le garanzie, a nostro avviso dovrebbero essere sufficienti se vincolati ad alcuni parametri a stipulare un voluntary. Alla fine la commissione ha deciso di non aderire alla nostra richiesta”.
Il Milan è stato il primo club a chiedere il VA all’UEFA. Con il senno del poi, c’era qualcosa che si poteva fare di meglio?
“Io penso di no. Penso che noi, in particolare nella riunione di novembre, abbiamo prodotto una documentazione ampissima e completa. Abbiamo dimostrato alla commissione piani più ottimistici e meno ottimistici. Gli abbiamo dimostrato le modalità con le quali il Milan potrebbe far fronte a ricavi più bassi, in particolare dalla Cina. Dal punto di vista della pianificazione, la commissione è stata soddisfatta. Poi, è ovvio, che se loro ritengono che serva una garanzia bancaria, bastava dirlo prima e avremmo previsto che non saremmo arrivati fino in fondo”.
Si va verso il Settlement Agreement. In cosa consiste?
“Siamo il primo club che ha chiesto di aderire al Voluntary e la UEFA può dire unilateralmente di no. Il percorso tipico che dovrebbe incarnare lo spirito dell’UEFA è quello di venire in contro ai club che fanno investimenti per riportare quel club ai livelli che gli competono. Con queste modalità, invece, si rende praticamente impossibile l’ottenimento del VA. Sarebbe stato possibile se avessimo deciso di non investire nulla sul mercato in estate e di dilazionare, di molto, la ripresa del Milan a questo livello. Ci sarà da discutere se mantenere il Voluntary o meno. Il Settlement è una metodologia conosciuta a tutti i club europei. Alcuni club italiani lo hanno sottoscritto in passato. Il Milan ha commesso delle violazioni al FFP negli scorsi anni. Il nostro tentativo era di evitare sanzioni relative al triennio 2014-2017, non a violazioni commesse adesso. La Uefa ci proporrà di fare il settlment con delle sanzioni economiche che io auspico non siano eccessive, ma in linea con quelle del passato. Delle restrizioni alle liste dei giocatori che dovranno partecipare alle competizioni europee e anche delle limitazioni salariali. Si tratta di un accordo che l’Uefa proporrà al Milan per sanare la posizione del club, ritenuta non aderente alle regole del FFP e che il Milan ha violato negli anni scorsi”.
Il caso Donnarumma. Qual è la situazione dopo le vicende degli ultimi giorni?
“L’ho visto più sereno di quanto non fosse mercoledì sera, che non è stata una serata facile. Non solo per lui, ma anche per il Milan. Perché quando si manifestano questi episodi, è un problema per il club, per tutti. Mi ha fatto piacere che ieri sia venuto alla festa del settore giovanile, che per anni è stata la sua casa. Mi ha fatto piacere la sua dichiarazione distensiva di ieri sera sul suo Instagram dove ha confermato che non c’è stata nessuna forzatura nel firmare l’accordo che lo lega al Milan e oggi l’ho visto più sereno. Spero che le cose si stemperino e che tornino alla normalità”.
Qual è la posizione del club verso Gigio Donnarumma?
“Nei confronti di Gigio è molto chiara e lui lo sa. Non c’è nessuna volontà del club di cederlo. Lui è un patrimonio umano, tecnico ed economico del club. Se sarà lui a dirci che vorrà andar via, saremo aperti a valutare ogni offerta, basta che nessuno pensi di adottare tecniche e strategie per far si che Donnarumma possa essere ceduto a valori di mercato inferiori rispetto al suo reale valore. Io e il Milan siamo qui per tutelarlo”.
Hanno fondamento le voci di una non condivisione totale degli argomenti con Mirabelli sul caso Donnarumma. Hanno fondamento?
“Non c’è nessun fondamento. È un giochino che ho già visto. Il Milan è uno, ho avuto modo di dirlo a tutti. Gli obiettivi sono sempre quelli: ovvero portare il Milan in alto. Non c’è un Milan dei singoli. Che nessuno si immagini di usare trucchetti per metterci uno contro l’altro”.
Capitolo mercato: cambia qualcosa nelle strategie del Milan?
“Non c’è un cambio legato alle vicissitudini delle ultime ore. Oggi sono salito a Milanello per parlare con i ragazzi per confermargli che questo nuovo clima è estremamente apprezzato da tutti. La proprietà è vicina a noi, con David che è qui. A gennaio non abbiamo intenzione di fare acquisti perché pensiamo di avere un’ottima rosa. Tantomeno dobbiamo fare delle operazioni in uscita perché non ci sono esigenze di cassa. Staremo alla finestra, ma non ci sono esigenze di vendere nessuno. Ovvio che se ci sarà un’occasione proveremo a coglierla”.
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