Daniele Pagani, direttore de La Gazzetta di Don Flaco, è stato intervistato in esclusiva dalla redazione di ATuttoMilan.it. Di seguito sono riportate le sue parole.

A breve verrà annunciato il nuovo direttore sportivo del Milan. A meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe essere Leonardo. Come credi che possa cambiare il mercato dei rossoneri e quali saranno i rapporti con il Sud America?

“Sicuramente il ritorno di Leonardo al Milan nei panni di direttore sportivo è qualcosa che fa notizia, perché comunque le basi di un Milan vincente, a partire dai brasiliani, le ha create lui portando in Italia Kakà, Pato, Thiago Silva quando praticamente erano degli sconosciuti. In particolar modo Pato e Thiago Silva soffiandoli alla concorrenza dell’Inter. La sua presenza all’interno della dirigenza rossonera potrà sicuramente giovare al Milan e a mio avviso Leonardo può assolutamente fare molto meglio di Fassone e Mirabelli, che a mio parere non sono stati all’altezza del compito. In tutto questo sicuramente potrebbero esserci nuovi legami forti con il Brasile perché come sappiamo Leonardo è a stretto contatto con una serie di osservatori ed agenti che agiscono per lui nella sua terra e nel panorama calcistico verdeoro stanno fiorendo parecchi talenti, mi basta pensare a Vinicius Jr (che si è appena trasferito al Real Madrid), a Rodrigo – che sta battendo praticamente ogni record di precocità di Neymar al Santos – a Lincoln e a Paqueta del Flamengo. Questi potrebbero diventare dei nomi in ottica Milan, pur essendoci naturalmente come da prassi dei prezzi altissimi”.

Due anni fa il Milan fu vicinissimo all’acquisto di Rodrigo Bentancur, che però all’ultimo preferì la Juventus. Pensi che se ci fosse stato Leonardo, adesso sarebbero rossonero?

“È nota la capacità di Leonardo, da direttore sportivo e addetto ai lavori, nel saper condurre le trattative innanzitutto in gran segreto e soprattutto attraverso una dialettica incredibile, di una competenza in tema calcistico che ha pochi eguali in Europa e nel mondo. Bentancur è un giocatore che quest’anno con la maglia della Juve potrebbe esplodere in maniera definitiva. Una base di partenza potrebbe essere un buon Mondiale disputato con l’Uruguay. È un giocatore che avrebbe fatto comodo al Milan perché ha delle caratteristiche diverse dai centrocampisti attuali rossoneri. Sicuramente 2 anni fa con Leonardo dirigente avremmo potuto vedere un altro scenario secondo cui Bentancur sarebbe potuto approdare al Milan senza troppi problemi, ma purtroppo l’appeal della Juve in questo momento storico specifico penso sia davvero un’abnormità rispetto alle altre società italiane. A quel punto rifiutarla sarebbe stato praticamente impossibile per il ragazzo dopo l’addio al Boca“.

Le ultime indiscrezioni di mercato portano al ritorno di Bonucci alla Juventus in cambio di Higuain, che dunque potrebbe approdare al Milan. A quel punto la fascia di capitano sarebbe libera: a chi la assegneresti?

“Guardando alla scorsa stagione di Bonucci si può dire che abbia disputato una stagione totalmente agli antipodi se paragoniamo il girone d’andata e quello di ritorno, con accezione decisamente positiva su quest’ultimo anche in virtù dell’arrivo di Gennaro Gattuso sulla panchina che con il suo approdo ha fondamentalmente giovato a tutto l’ambiente rossonero sotto il punto di vista mentale, psicologico e atletico. Gattuso ha portato quella garra che durante la stagione al Milan è mancata. In virtù dello scambio tra Bonucci e Higuain tenderei a non assegnare la fascia di capitano al Pipita in quanto possa essere un leader, un goleador eccezionale (secondo me ancora tra i primi tre in Italia). Tuttavia opterei per un giocatore già presente in squadra e magari con più esperienza sul cosa voglia dire indossare i colori rossoneri. Se dovessi andare da un punto di vista della meritocrazia, nonostante gli infortuni, direi assolutamente Bonaventura che però spesso ha dimostrato di non saper prendere in mano la squadra. Quindi bisognerebbe valutare il suo grado di leadership. Un altro nome che potrebbe intrigare è Romagnoli che, senza Bonucci, si ritroverebbe ad essere il leader difensivo e di conseguenza responsabilizzarlo a questo punto della sua carriera – dopo comunque un buon numero di stagioni che già circola nel calcio che conta in Italia – potrebbe giovarne dal punto di vista soprattutto mentale e psicologico: avrebbe una responsabilità di non poco conto ma che per la sua personalità saprebbe mantenere, a mio avviso”.

Tra i nomi appetibili per la fascia vi è anche Lucas Biglia, che già lo scorso anno è stato vicino ad indossarla. Come giudichi la sua passata stagione?

“In merito a Lucas Biglia devo dire che mi sarei aspettato molto di più sia a livello di rendimento che a livello di leadership. Purtroppo non ci sono stati periodi facili per la squadra e ne ha risentito anche lui dal punto di vista del rendimento, oltre ai soliti infortuni che non gli hanno permesso di avere costanza nell’arco di tutta la stagione. Onestamente Biglia non ha la stoffa per indossare la fascia di capitano del Milan, pur essendo un giocatore che ho seguito e apprezzato sin dai tempi dell’Anderlecht, ancora di più alla Lazio dove si è dimostrato leader. Dunque i precedenti attenuano il mio discorso e la mia posizione, ma allo stesso tempo non mi entusiasma l’idea di vedere Biglia capitano del Milan”.

Elliott ha praticamente rivoluzionato tutto l’assett manageriale. Si fanno i nomi di Braida, Gandini, Gazidis. Pensi che il fondo americano, con l’ingresso di questi profili, possa esaudire il desiderio di tutti i tifosi milanisti: tranquillità, serenità, professionalità e competenza?

“Credo che le gestione del Milan da parte del fondo Elliott sia un periodo prettamente transitorio, poiché come dichiarato da Paul Singer l’obiettivo è quello di sistemare i conti e sistemare l’organigramma solido e costituito da addetti ai lavori competenti in materia, soprattutto di calcio italiano. A mio avviso Maldini sarebbe pronto per rilevare una carica all’interno dell’organigramma milanista. Si fanno i nomi di Braida, di Gandini, di Gazidis che oggi, attraverso un comunicato ufficiale, ha smentito di voler lasciare l’Arsenal. Credo che dal punto di vista della tranquillità, della serenità economica e della professionalità Elliott possa garantire stabilità alla società rossonera, ma allo stesso tempo bisogna ricordare che si tratta di un fondo di investimento e, in quanto tale, dobbiamo pur sempre ricordare che certe aziende/società fondamentalmente cadono sempre con il paracadute. Il fondo Elliott è la stessa attività che un anno fa ha fatto fallire l’Argentina chiedendo più del 100% del rientro del prestito fatto al governo. Quindi ovviamente nessun allarmismo, però sarà un periodo transitorio verso una nuova presidenza, suppongo”.