DALLA VITTORIA ALLO SCUDETTO
Dalla vittoria dello scudetto estivo al buio profondo del 21 ottobre. Il Milan aveva fatto un’impresa: conquistare in un mese la fiducia dei tifosi rossoneri che avevano riempito, di nuovo, con orgoglio San Siro. E’ durato il tempo di una preghiera. Se si spendono 220 milioni di euro e questi sono i risultati significa che qualcuno ha sbagliato. Anche noi con le valutazioni. Non abbiamo mai mai mai parlato di Milan da scudetto ma Milan pronto, quest’anno, per il quarto posto. Unico obiettivo concreto della stagione: tornare in Champions. Poi, prossimo anno, 3-4 innesti e Milan pronto anche per i primissimi posti. Non è andata così e, se da una parte è vero che bisogna dare il tempo giusto ad una squadra tutta nuova, dall’altra parte l’alibi dei tanti nuovi non regge più di fronte a prestazioni squallide e scelte senza senso. Di chi la responsabilità? Di tutti, come sempre quando si perde così, i meriti sono di tutti quando si vince. La cosa più brutta del Milan di oggi sono le interviste di Montella. Sorrisino ironico e disperato da cancellare al più presto dalla sua faccia. Parla di un mondo televisivo per l’espulsione di Bonucci ma dimentica che il suo difensore ha spaccato la faccia a Rosi. Montella dice di giocarsi la carriera su questi episodi. Più che altro si gioca la carriera perché questo Milan non ha idee, non ha gioco e non fa punti.
I RESPONSABILI
Montella è il principale responsabile di questa partenza ad handicap e andava bene per traghettare il Milan di Berlusconi ma è stato l’errore più grande di Fassone e Mirabelli affidare a Montella il loro progetto milionario di rilancio della società. Montella ha tante colpe anche perché non riesce mai a dare una spiegazione calcistica a questa crisi nera e parla sempre di episodi, la squadra gioca bene ma non raccoglie e sembra che sia libero di raccontare le favole quando c’è l’evidenza che lo inchioda. Primo motivo della crisi: squadra affidata alla persona sbagliata.
BONUCCI
Secondo motivo: Bonucci è passato da top a flop. Peccato che sia un flop milionario. Il calciatore non si discute ma quello che stiamo vedendo al Milan, diteci che è il cugino di quello di Torino. Si assomigliano, di faccia certo, ma con i piedi è lontano parente. Anche in leadership sta venendo meno e, al posto di fare arti marziali, torni a fare il difensore. Terzo motivo: troppe aspettative. Questa squadra è partita, sbagliando, assecondando una parte di stampa e tifosi che quest’anno avrebbe dovuto lottare per il titolo. Impossibile.
AMBIZIONI DEL MILAN
Questo Milan può e deve puntare solo al ritorno in Champions, quindi al quarto posto. Il Napoli, per essere competitivo per il tricolore, ha seminato per tanti anni. L’Inter per stare lassù ha preso schiaffi e pugni, la Juventus ha una base solida, le romane sono una sorpresa inaspettata. Quarto motivo: assenza di un terminale offensivo. Il Milan, per quello che dice oggi il campo, ha sbagliato il tassello più importante del mosaico e si ritrova a puntare sul giovane, e bravo, Cutrone (’98) per far male alle difese avversarie. Kalinic non è adatto a questo Milan e Andre Silva farà bene ma non fa la differenza nell’impatto con il nuovo club. Se si è parlato, in estate, di Diego Costa, Belotti e Aubameyang non è stato un caso. Al Milan serviva una prima punta di spessore. Non è arrivata e oggi si fa fatica a vincere anche le partite sporche, dove non si brilla ma comunque si potrebbe portare a casa il risultato.
GIOCATORI FUORI RUOLO
Quinto e ultimo motivo della crisi del Milan: la squadra ha troppi giocatori fuori ruolo e troppe figure non adatte al gioco (quale?) di Montella. Non gioca chi sta meglio ma gioca chi è costato di più. Montella è andato in confusione troppo presto e ha trasmesso alla squadra insicurezza. Prima di bocciare il lavoro di una nuova società bisogna aspettare almeno un anno. Marotta e Paratici alla Juve iniziarono malissimo. De Laurentiis a Napoli non vinse il campionato di C, i Pozzo ad Udine partirono con una retrocessione in B. Il Milan deve avere pazienza e sicuramente otterrà i risultati ma ciò non toglie che Fassone e Mirabelli hanno cannato completamente la scelta del mister. Non si può ripartire da un riciclo della gestione precedente.
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