Ci siamo, dunque. Questa sera alle 21 all’Olimpico, rivincita della finale di Coppa Italia del 2016. Quando un Milan in piena crisi esistenziale, con Mihajlovic cacciato dal cattivone Berlusconi dopo una sconfitta in casa proprio contro la Juventus nella quale per la verità il Milan aveva tutt’altro che demeritato, perse la finale romana. Non che lo meritasse nemmeno quel sabato 21 maggio di due anni fa con Brocchi al posto del serbo: Morata lo punì nei supplementari.
JUVENTUS-MILAN, SPERANZE ROSSONERE: MA I BIANCONERI…
Speranze rossonere forse capovolte a ventiquattro mesi di distanza: pronti a salire sul patibolo in quella occasione, il Milan invece riuscì a tener testa ai bianconeri per tutti i 120 minuti arrendendosi solo al gol dello spagnolo. Oggi invece, l’autostima rossonera è cresciuta: al netto del comprensibile calo nel finale di stagione, il Milan gattusiano ha un buon curriculum nelle partite contro le squadre “top” del paese nella seconda parte di annata: pareggio col Napoli e nel derby, vittorie contro Roma e Lazio, e anche se proprio coi bianconeri lo scorso 31 marzo arrivò una sconfitta, anche in quel caso la banda di Rino forse meritava qualcosina in più.
Difficile avere la meglio di questa Juventus cannibale vicina al settimo titolo consecutivo e alla quarta finale consecutiva di Coppa Italia, ma i rossoneri paiono ormai iniziare a prendere le contromisure a chi è qualche passo davanti a loro. Così come a Doha la Supercoppa Italiana poteva rappresentare un nuovo inizio ma significò solo una delle sporadiche buone serate del Milan di Montella, ci si augura che un successo in Coppa Italia (che manca dal 2003, 4-1 e 2-2 contro la Roma in finale) sia davvero il trampolino di lancio per un nuovo corso che i tifosi attendono da troppo tempo.
JUVENTUS-MILAN, UN BEL PRECEDENTE
C’è un precedente ben augurante, seppur a queste cose non ci si debba attaccare troppo: il 9 maggio del 1999 non era una finale, ma quasi. Il Milan di Zaccheroni vinse 2-0 al “Delle Alpi” contro i bianconeri, e due settimane dopo avrebbe scucito lo scudetto proprio ai rivali. Altra epoca, altro Milan, o forse no: una squadra nuova, che veniva da anni difficili e che riuscì a far suo un titolo. Con le dovute proporzioni, ciò che potrebbe essere oggi.
E se invece andasse male, potrebbe essere comunque un successo? Accettare la sconfitta è un esercizio sempre salutare e il Milan attuale di certo è ancora di là dal colmare il gap con la Juventus, ma sarebbe un peccato se la quadratura del cerchio trovata in inverno dopo un autunno tribolato non trovasse un premio finale. Il Milan dovrà arginare Douglas Costa senza preoccuparsi solo di Douglas Costa: non è mai un giocatore che fa una squadra.
JUVENTUS-MILAN, LA POCA INCISIVITÀ ROSSONERA
La poca incisività in attacco potrebbe essere un limite, ma d’altronde i rossoneri in finale ci sono arrivati: con attenzione, sacrificio e applicazione. Armi che serviranno anche domani sera contro una pur vulnerabile Juventus, che mai come quest’anno è apparsa avere qualche raffreddore di troppo. Niente pietà o aspirine: il popolo rossonero depresso da un altro sesto posto si aspetta che la squadra non sia dottoressa di nessuno.
fonte: milancafe24.com
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