Ibrahimovic torna al Milan, arrivano le prime conferme. E’ direttamente Leonardo, il direttore generale del Milan, ad ammettere che l’operazione si può fare. E’ chiaro che un dirigente non può dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità come se fosse in tribunale, le parole vanno interpretate, ma ieri sera prima della partita del Milan in Europa League Leonardo ha detto: “Un pensierino c’è stato, anzi, più di un pensierino”.
Poi ha aggiunto: “Al momento però non c’è alcuna possibilità”. Parole vere e oneste. Al momento, ha ragione Leonardo, non c’è alcuna possibilità. E’ vero, verissimo: il mercato è chiuso. Leonardo avrebbe potuto dire cose definitive del tipo “L’idea è tramontata, non lo prenderemo più”, ma non lo ha fatto per un motivo molto semplice: stanno ancora lavorando e faranno di tutto per portarlo a Milano a gennaio quando riaprirà il mercato.
Ma Leonardo non può confermare direttamente nulla non solo perché il mercato è chiuso, ma anche per rispetto alla rosa attuale e l’attenzione agli equilibri interni.
Dopo la prima idea estiva, accantonata quando si è aperta la possibilità di prendere Higuain, il pensiero su Ibra c’è sempre stato. Anche quando Andrè Silva ha chiesto di essere ceduto a pochi giorni dalla fine del mercato, ma all’epoca è mancato il tempo.
Leonardo però ha sempre tenuto vivo il suo canale preferenziale fatto di sms e telefonate. Sappiamo che proprio Leonardo ha portato Ibrahimovic al Paris Saint Germain e fra i due è rimasta una sincera amicizia.
In sostanza, si sta lavorando sottotraccia. Leonardo ha accertato che Ibra verrebbe molto volentieri a Milano per tornare nel calcio che conta. Ha avuto la conferma che dopo il grave infortunio il ginocchio regge, l’esperienza ai Galaxy è servita a Ibra per verificare quello che lui ha sempre pensato: può fare almeno un altro anno ad alto livello, ha recuperato in pieno. Morale? Ibra ha dato la disponibilità totale, ha un grande ego, ma sarebbe disposto anche a un ruolo part-time, si metterebbe a disposizione del suo amico Gattuso (hanno giocato assieme), con grande umiltà. Ibra ritiene anche chiusa l’esperienza americana, ha un contratto fino alla fine del 2019, ma non è un problema. Prima che arrivasse il Milan il suo pensiero era quello di tornare al Malmoe per chiudere dove tutto era cominciato. Ora la storia è cambiata, in sintesi: Ibra ha detto sì al Milan.
Adesso si tratta di capire come portare a termine l’operazione dal punto di vista tecnico-contrattuale e su questo sta lavorando Raiola che, come vedete, sulla vicenda mantiene un bassissimo profilo. Già questa è una traccia. Si starebbe lavorando, appunto, su un contratto di sei mesi con la possibilità di altri sei o più qualora il ritorno in Italia dovesse essere felice come Ibra spera. Ma la base del discorso è sei mesi per tornare poi al Malmoe e chiudere con la stagione 2019-2020, alla soglia dei quarant’anni. Non sono trapelate cifre di sorta. Su questo sta ragionando Raiola, ma il ritorno sarebbe un mix di orgoglio e di cuore, non dovrebbe essere una questione economica. Galliani lo riportò al Milan nel 2010, dopo l’infelice parentesi al Barcellona e Ibra di questo è riconoscente. L’apertura a Ibra ieri sera è arrivata anche da Reina, uno dei leader dello spogliatoio e Gattuso, senza sbilanciarsi, un personaggio così lo prenderebbe volentieri. Se in campo può dare ancora qualcosa, di sicuro potrebbe essere utilissimo per il gruppo con la sua carica, il suo carisma, il suo temperamento. Nel processo di crescita pur evidente, infatti, questo Milan a volte manca di personalità, di un leader carismatico.
Come sapete, quest’anno il mercato durerà poco, da tre al 19 di gennaio, ma il tempo per preparare questa operazione non manca. Vedremo.
Nel frattempo ieri sera abbiamo visto un Milan non brillantissimo, ma uscito nel momento giusto a prendersi la vittoria. Questa volta i cambi di Gattuso hanno cambiato la partita. Bravo. Meno bravo Bakayoko che stenta terribilmente a capire cosa fare in campo. Comunque ieri sera s’è avuta la conferma che l’arma del doppio centroavanti (Higuain con Cutrone) non deve essere soltanto l’arma della disperazione. I due hanno un buon feeling e ottimi movimenti. E’ una soluzione in più. E’ chiaro che per farli giocare assieme devi passare dal 4-3-3 al 4-4-2, escludendo Calhanoglu, ma avere due moduli a disposizione e usarli a seconda delle partite o dei momenti, è un plus da sfruttare. Una mediana con Suso, Kessie, Biglia e Bonaventura esterno sinistro può essere molto efficace.
Fonte: tuttomercatoweb.com
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