Franco Baresi, bandiera del Milan, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando anche dei rossoneri. Ecco le sue parole.
Il primo scudetto non si scorda mai?
“Per la verità, mi sono reso conto nel tempo dell’importanza di quel successo, ma durante la festa pensavo ai miei genitori che non c’erano più e sarebbero stati felici di vedermi. E così è stato bravo mio fratello Beppe a stimolarmi sempre“.
Quindi ha festeggiato di più gli altri scudetti?
“In effetti ho gioito di più quando ho vinto con Sacchi perché nel 1979 ero troppo giovane. Avevo 18 anni e quando incominciò la stagione ero ancora senza patente, per cui andavo a Milanello in pullman, oppure chiedevo un passaggio a De Vecchi“.
Quello fu l’ultimo scudetto di Rivera: che rapporto avevate?
“All’inizio faticavo a dargli del tu, anche se lui mi ripeteva di chiamarlo Gianni. Mi ha aiutato molto, perché aveva personalità e semplicità al tempo stesso. A Milanello mi faceva sempre mangiare al tavolo con lui e Bigon, che nel ritiro estivo sembrava destinato a fare il libero. Io pensavo di andare in prestito in qualche squadra di B e invece Liedholm, che mi aveva fatto esordire l’anno prima, mi diede subito fiducia. Così giocai sempre io come libero“.
Il vero artefice di quello scudetto, però, fu Liedholm…
“Quello è stato il suo capolavoro. Eravamo una buona squadra, ma nessuno pensava che potessimo vincere lo scudetto, perché la Juventus e l’Inter erano favorite. E invece Liedholm, con il suo equilibrio e la sua ironia, diede una lezione a tutti. Ricordo che alla vigilia di un derby nascose anche a noi l’infortunio di Rivera. Mandò in campo a sorpresa due punte, affiancando Sartori a Chiodi e vincemmo 1-0 con un gol di Maldera“.
Se potesse scegliere un suo compagno di allora per il Milan di oggi, chi prenderebbe?
“Facile: Rivera, perché era un campionissimo, un esempio in campo e fuori“.
Che cosa direbbe Liedholm del Milan di oggi?
“Direbbe che ci vuole pazienza, perché lui era un tipo calmo, anche se ogni tanto si arrabbiava. Un personaggio come lui manca a tutto il calcio italiano, perché aveva carisma, eleganza e sapeva sempre vedere più lontano degli altri“.
Quanto tempo ci vorrà per un altro scudetto e la seconda stella?
“Un passo per volta. Prima pensiamo a battere il Bologna, perché dobbiamo fare la corsa su noi stessi e se vinciamo le partite che rimangono il quarto posto è ancora possibile. Il Milan ha la fortuna di avere un grande pubblico che non ci ha mai abbandonato. Sono convinto che con questa nuova proprietà, i tifosi torneranno a rivedere un grande Milan. E lo dice uno che è stato due anni in B, ma poi ha vinto tutto. Perché dopo il buio torna sempre la luce. Basta avere pazienza, come direbbe Liedholm“.
Non sono presenti commenti.
I commenti sono chiusi.